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I lupi, di Ray Banks

Creato il 11 ottobre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

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Da Fralerighe Crime n. 6

I lupi di Ray Banks è un libro che colpisce al cuore chi legge.

Manifesto perfetto di quel movimento che va sotto l’etichetta di “tartan noir” il libro ha moltissimi punti di forza e quasi nessun punto debole.

A cominciare dalla trama, semplice ed efficace: Nora, classica femme fatale, scappa con ventimila “sterle” ed un po’ di coca mentre alle sue calcagna due squattrinati delinquenti di mezza tacca, Farrell e Cobb la inseguono fino a Newcastle. Per poi trovarla… morta. Ed ecco che da cacciatori i due protagonisti si trovano braccati come le peggiori prede, vittime di un gangster psicopatico che ha più di un motivo per spedirli in pasto ai vermi.

Alternando i brevissimi capitoli al punto di vista dei due protagonisti, Banks ci porta dentro una vicenda che diventa col passare delle pagine puro delirio, una spirale di violenza che travolgerà inesorabilmente i due protagonisti tanto da mettere a dura prova l’amicizia che intercorre tra i due.

Il linguaggio reso in maniera superlativa dalla traduzione di Marco Piva Dittrich è adrenalinico, al vetriolo ed esalta questo gioco al massacro che vedrà quasi sbranarsi fra loro gli stessi protagonisti.
Di particolare rilievo pure le ambientazioni talmente cupe ed angoscianti da rispecchiare lo smarrimento e la stessa follia dei due protagonisti. Una Newcastle inedita, città di provincia che diventa un teatro degli orrori, una porta aperta sull’inferno della follia umana. Banks ci regala una prova superba che in poco più di duecento pagine dimostra come con una trama semplice, un ambientazione fuori dall’ordinario ed un linguaggio indimenticabile in bocca ai due protagonisti si possano creare delle gemme noir di rara intensità come questa.

Particolarmente calzante è la definizione che Allan Guthrie, altro grande autore scozzese, dà alla lettura di un romanzo di Ray Banks: secondo lui infatti “Leggere Ray Banks è come stare in prima fila a un incontro di boxe fra Jim Thompson e Charles Bukowski raccontato da Chuck Palahniuk.”

Niente di più vero e un grandissimo grazie va a M. Strukul, line-editor delle Edizioni Revolver, per aver portato questa gemma nel nostro panorama letterario nazionale.

Giorgio Picarone 



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