Tornando al silenzio, al mondo non verbale: il pubblico oggi a teatro non sopporta più le pause. Un attore ha paura a stare anche solo dieci secondi senza far niente, senza muoversi o dire una parola. Non rientra nei patti. Ci sono dei patti, delle regole del gioco: io pago e tu lavori ovvero l’attore lavora , e io, come spettatore, pago.
Ma per i miei soldi voglio vederlo sudare, l’attore. Se per un attimo non fa nulla, allora si sta riposando a mie spese, il maiale, e questo proprio non mi va. Vogliono portarsi a casa qualcosa, applicare i loro piccoli obblighi polizieschi. Un teatro per vigili urbani insomma.
Carmelo Bene