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I Media e l'obesità

Da Susanna Murray

I Media e l'obesità

by Substantia Jones


Il giro d'affari legato alle diete, programmi dimagranti e guru che promettono risultati miracolosi, è sempre più in crescita.
Merito della comunicazione che arriva dai Media?
Eppure l'obesità rappresentata in tv o sulle riviste, sebbene sia una rappresentazione che ha come obiettivo il
motivare le persone a perdere peso e promuovere la salute, a volte ottiene risultati contrastanti.
L'insieme dei pregiudizi della "persona sovrappeso golosa e pigra" "senza forza di volontà che si lascia andare" sono stigmatizzanti, ma ancora duri a morire. E l'immagine di chi vive la sua quotidianità con il disagio dell'obesità, viene offuscata da una serie di banali generalizzazioni, che invece di spingere alla maggiore cura di sé, aumenta il livello di depressione e scarsa autostima.
Un po' mi pare una conseguenza ovvia: se vivo un mio disagio personale e con il mio corpo, sentirmi inclusa in una categoria di persone, con caratteristiche e aspetti uguali alla "categoria degli obesi", non mi sentirò né accolta, né presa in considerazione per la mia unicità.
Quando spesso è proprio la relazione con gli altri la cosa che più si desidera, e che allo stesso tempo si teme, soprattutto quando parliamo di disturbi legati al cibo e all'immagine corporea.
Rebecca L. Pearl del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Yale ritiene che la rappresentazione nei Media, delle persone obese, ha un impatto significativo sulla obesità in generale.
Lei sostiene che il ridurre la stigmatizzazione delle persone obese, ritraendole in una luce positiva, cambierebbe l'atteggiamento della popolazione verso gli individui obesi . Invece di condannarli, la comunità potrebbe sostenere e incoraggiare la perdita di peso e promuovere gli obiettivi legati alla salute. Per provare la sua teoria, la Pearl ha condotto due esperimenti che hanno mostrato come la percezione delle persone si modifica in base a come una situazione o una storia di obesità viene presentata. (Pearl, Rebecca L., Rebecca M. Puhl, and Kelly D. Brownell. Positive media portrayals of obese persons: Impact on attitudes and image preferences. Health Psychology 31.6 (2012): 821-29 ).
Io credo che non esistano categorie, se non per "noi tecnici" della salute, che a volte abbiamo bisogno di un linguaggio fatto di diagnosi, prognosi e terapia, per poter comunicare tra di noi.
Ma indubbiamente ogni persona che vive un rapporto difficile con il proprio peso, con il proprio corpo, con il cibo, con gli altri, è innanzitutto una Persona unica e porta la sua storia che è unica.
Ognuno va ascoltato e accolto come fosse la prima volta, con cura e attenzione.

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