Si chiede Onorato, dopo aver ottenuto (pare dopo aver chiamato i carabinieri) l'elenco di altri 970 immobili di proprietà di Roma Capitale non (ancora?) messi in vendita, quali siano stati i criteri della selezione dei 571 immobili di Roma Capitale inseriti nella delibera in questi giorni in discussione all'Assemblea Capitolina (2). E anche se dalla lettura del comunicato originale del consigliere di opposizione (3), si evince che la citazione dei mercati nell'articolo di Repubblica è farina del sacco degli autori, e non di Onorato, pensiamo che sia sempre utile "rinfrescare la memoria" su un tema che ci sta particolarmente a cuore. Perchè contro la cessione a privati dei mercati rionali - sotto forma di scambio immobiliare o di project financing - noi ci siamo impegnati per più di due anni. E ritrovare oggi, estratti da quell'elenco di 970 immobili e messi in bella evidenza, anche alcuni locali commerciali all'interno di due compendi mercatali assai appetibili dal punto di vista immobiliare, i mercati rionali di Via Chiana e di via Antonelli, nei prestigiosi quartieri Trieste e Parioli, con annesse autorimesse e vari negozi, ci spinge a tornare un'altra volta sull'argomento.
Continuiamo a rivendicare la massima trasparenza su tutta questa operazione di vendita degli immobili e in generale sulla gestione di tutti gli immobili e le proprietà comunali, e ci aspettiamo che l'amministrazione accerti chi ha goduto indebitamente di beni pubblici, e impedisca la vendita a chi non ne ha diritto. E anche che rescinda i contratti con chi non ha titoli o è ingiustificatamente moroso, e che aumenti i canoni a chi ha ottenuto immobili a prezzi eccessivamente modesti. Ma deve essere fuori discussione qualsiasi ipotesi che preveda di vendere a privati locali commerciali che sono parte integrante degli edifici mercatali, dato che si cancellebbe ogni prospettiva di ristrutturazione complessiva dei mercati, aprendo la strada alla cessione anche di tutto il resto. E noi conosciamo bene tutta la storia di questi mercati, e soprattutto della Delibera 129/2011, che prevedeva uno scambio immobiliare con una ditta privata, che avrebbe dato al Comune un numero imprecisato di alloggi per housing sociale, prendendosi i tre compendi (c'era nel pacchetto anche il mercato di Via Magna Grecia a San Giovanni). E la prospettiva era l'abbattimento e la ricostruzione, con la restituzione a uso pubblico del solo spazio mercatale (più qualche posto auto), che sarebbe rimasto peraltro "schiacciato" tra vari piani di parcheggi sotterranei e vari piani di appartamenti di lusso, uffici e negozi soprastanti. Un'operazione che non prevedeva nessuna gara pubblica (4), che è stata fermata dalla mobilitazione dei cittadini e dei comitati - Carteinregola in prima fila - che hanno presidiato le assemblee capitoline per 4 mesi, fino all'ultima maratona nella notte di fine consiliatura, il 10 aprile 2013, quando la delibera è stata ritirata.
Una vittoria che abbiamo sempre saputo non definitiva, perchè quando sono in ballo immobili pubblici di valore, come abbiamo visto recentemente anche all'EUR, si vincono solo battaglie e mai guerre.
E vogliamo ribadire ancora una volta che i mercati rionali non sono edifici come gli altri, da guardare con la "pupilla a forma di dollaro" per rimpinguare le casse comunali. Sono un patrimonio collettivo, centro della vita sociale dei quartieri, che sebbene in crisi di gestione e di risorse, richiede la stessa attenzione e cura che si dedicano alla nostra storia e alla nostra identità. E quello che ci aspettiamo da un'amministrazione (e da un'opposizione) seria, è l'impegno per rilanciare i mercati, restituendo la loro funzione sociale, non venderli a privati, tutti insieme o un pezzo alla volta.
Carteinregola lancerà nei prossimi giorni un convegno dedicato, da tenersi a maggio al Mercato Metronio, dove cominciare a ragionare su come recuperare queste strutture per renderle economicamente sostenibili, produttive, e utili alla comunità. Su questo ci aspettiamo che le forze politiche di maggioranza e opposizione si esprimano, mettendo al primo posto l'interesse pubblico, che dovrebbe riguardare tutti i partiti.
Anna Maria Bianchi e Alessandro Albanesi
Post scriptum 1. Secondo le dichiarazioni dell'Assessore al patrimonio Cattoi riportate nello stesso articolo, nella lista "2" delle proprietà pubbliche non messe in vendita, c'è un po' di tutto, compresi alcuni immobili già inseriti nella delibera e anche condomìni di edilizia residenziale pubblica: in alcuni degli esempi citati dall'articolo (S.Teodoro, Piazza Testaccio) si parla di inquilini anziani e/o non abbienti, che, tra l'altro, secondo gli stessi criteri della delibera (che in questo caso ci sentiamo di sottoscrivere), se non fossero in grado di rilevare gli appartamenti, non verrebbero comunque mandati via.
Post scriptum 2"...Caserme e carceri, ospedali e manicomi, mattatoi e gasometri, ex depositi, mercati, ex fiera. La sottocultura dominante ha guardato a questi beni, che generalmente hanno perso l'originaria funzione, con un unico scopo: massimizzare il valore di scambio o, in modo del tutto equivalente, considerare la consistenza edilizia come asset patrimoniale da iscrivere a bilancio. L'amministrazione Alemanno ha praticato in modo sistematico questa sottocultura a cominciare dalla svendita dei mercati e ha portato avanti la proposta di dismissione dei depositi Atac, sottovalutando le potenzialità di questi beni connesse al valore d'uso: dall'abitare al lavoro, dai servizi pubblici all'accoglienza, alla cultura e all'arte. Raccoglieremo e stimoleremo tutti i contributi e le proposte per la loro riqualificazione e per restituire questi spazi a una piena utilizzazione".
" Le scuole, le biblioteche, la casa del welfare che vogliamo istituire, i mercati rionali, i
teatri di cintura e gli spazi per coworking costituiranno una rete di spazi pubblici diffusi con cui vogliamo favorire l'incontro e la socialità e affermare il diritto alla città inteso come emancipazione culturale e sociale degli abitant i"
Ignazio Marino, Roma è vita programma elettorale 2013
(1) Repubblica 24 febbraio 2015 Affittopoli, spuntano i mercati rionali Bar e antiquari nei palazzi del Comune che non sono stati messi in vendita. Gli indirizzi resi noti dalla Lista Marchini di LUCA MONACO, STEFANO PETRELLA e LIBORIO CONCA(2)Proposta n.88/2013 " Autorizzazione all'alienazione del patrimonio immobiliare di proprietà di Roma Capitale, indirizzi, criteri e modalità" scarica Proposta RC.2013.16580 (GRAZIE AL MOVIMENTO CINQUESTELLE DI ROMA CAPITALE)
(3) COMUNICATO STAMPA: PATRIMONIO, ONORATO (MARCHINI): NUOVO ELENCO, RIAPRANO I TERMINI
Roma, 23 FEB - "Siamo stati tenuti all'oscuro della gestione del patrimonio e non conosciamo i criteri con i quali sono stati scelti gli immobili da alienare: 751 beni in vendita e 970 no. Si profila il reato d'abuso d'ufficio. Ecco l'inedita lista completa dei beni in locazione". Lo dichiara in una nota Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Assemblea capitolina.
"Secondo il regolamento - spiega Onorato - abbiamo il diritto di modificare la delibera. E visto che abbiamo ottenuto l'elenco completo degli immobili in locazione solo dopo la scadenza dei termini, chiediamo che vengano riaperti per poter presentare nuovi emendamenti. Vorremmo capire in base a quali criteri sono stati selezionati i 751 contenuti in delibera e lasciati fuori gli altri 970 in locazione. Per esempio, perché vendere via dei Coronari e via Giolitti (3 euro al mese) e piazza Margana no (590 euro al mese)? Per non parlare dei 630 immobili in concessione che, come ha rivelato la Lista Marchini, possono essere venduti, escludendo realtà meritevoli come Caritas, Sant'Egidio e simili. Si tratta infatti, per la maggior parte, di locali regalati a politici o di attività commerciali che di benefico non hanno nulla.
Chiediamo aiuto alla stampa: alleghiamo l'inedito elenco completo degli immobili in locazione". Alessandro Onorato
(4) Il motivo addotto erano dei presunti "diritti acquisiti" dalla ditta per l'ampliamento delle autorimesse attraverso lo scavo di un ulteriore piano sotterraneo, inserito nel Piano urbano Parcheggi del 2006/2007, senza che peraltro fosse mai stata stipulata alcuna convenzione o sottoscritto alcun accordo con il privato. Si veda la vicenda raccontata dal nostro dossier "La Delibera dello scambio dei mercati".
La Giunta Alemanno aveva predisposto anche un programma di project financing che prevedeva analoghe operazioni di cessione ai privati (ma attraverso una gara) per altre decine di mercati rionali, da abbattere e ricostruire, progetti finora fermati > vai alla pagina
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