La Moda è comunicazione, è marketing, è stores.
Ma chi comunica, chi vende, chi crea gli stores?
Chi fa la Moda?
A tutte queste domande risponderò ogni settimana facendovi conoscere
I MESTIERI DELLA MODA.
RETAIL SUPPORTER
Chi e' sara?
Sara è una ragazza, o forse data l’età è più opportuno dire una giovane donna…di 29 anni, che vive in un piccolo villaggio nella provincia di Treviso.
Sara è una persona attiva, che ama stare in mezzo alla gente, piuttosto entusiasta, un po’ sognatrice, anche se con l’età sta diventando più razionale. È una persona che crede al fatto che tutto sia risolvibile e raggiungibile…facendo un po’ di fatica tutti i giorni…però l’esperienza mi ha anche fatto capire che la regola del “Nothing is impossibile” vale solo per i progetti legati unicamente a noi stessi, se ci sono di mezzo terze persone tutto si complica un pochino…cmq mai scoraggiarsi…
Ora inizio a parlare in prima persona che mi viene più facile…
Mi piacciono le tradizioni, la musica anni 60/70, i film e anche i vestiti di quel periodo…
Adoro stare con gli amici, anche se il tempo non è tanto..diciamo che non vedo alcun futuro senza serate fatte di pizza birra e chiacchiere..e qualche volta un film d’amore strappalacrime, o un thriller mozzafiato.
Mi piace tantissimo la canzone “ho imparato a sognare” dei Negrita e la cito perché credo possa aiutarmi a descrivere Sara..le canzoni sono più brave di me con le parole…
Il tuo lavoro?
Da 5 anni Lavoro per un noto brand d’abbigliamento, sono una retail supporter.
L’azienda per la quale lavoro, già da 4 anni ha avviato un progetto di riposizionamento e sta ottenendo ottimi risultati.
Ho avuto la fortuna di esserci nel momento del cambiamento, e come da sua stessa definizione il cambiamento crea sempre molte opportunità.
Altri ingredienti vincenti sono stati la disponibilità, la curiosità e l’ambizione.
Ho cercato di sfruttare la “disorganizzazione” che spesso si crea quando le cose si modificano per allargare competenze, conoscenze, attività…per sapere e sbirciare più cose possibili.
Ho cercato di prendermi molte responsabilità, cosciente del rischio..ma tra le mille cose che mi spaventano, incredibilmente, per mia fortuna , questa non ne fa parte…
Mi piace essere responsabilizzata, espormi anche in prima persona, rischiare l’errore per puntare al riconoscimento del merito.
Ecco, diciamo che per natura sarei una che sta davanti al sipario, non amo troppo il dietro le quinte..questo devo ammetterlo.
Il mio lavoro è a cavallo tra due uffici, quello commerciale e quello merchandising.
Quando sono in sede mi occupo di prodotto: faccio la buyer per il mercato francese, vendo le collezioni ad altri mercati durante i periodi di Campagna vendite, collaboro con altre persone per la creazione degli ordini tipo mondo…e preparo il materiale formativo per i negozi, formazione retail… vendita, stile…tutto dal punto di vista commerciale.
Durante la stagione invece, visito i negozi, applico le sessioni formative precedentemente organizzate, cerco di innalzare il livello di professionalità e di servizio del personale di negozio: l’approccio alla clientela, le argomentazioni alla vendita, la creazione di relazione per l’ottenimento della customer satisfaction… e lavoro molto con le ragazze sul prodotto, sulle tendenze moda della stagione, sulle tantissime silhouettes che con il medesimo prodotto si possono creare, al fine di soddisfare diversi stili di cliente pur conservando l’identità aziendale.
Questa è la parte che preferisco… le persone sono la risorsa più grande e più importante secondo me, certo un bel prodotto è importante…ma la soddisfazione di vedere crescere professionalmente le persone, aiutarle a raggiungere ambiziosi obiettivi, scoprirle gratificate, renderle autonome e sicure di se… è eccezionale, impareggiabile.
Come e' cambiato il cliente nel 2011 e come le aziende cambiano con loro?
Tantissimo.
Il cliente di un tempo io non l’ho vissuto, sul piano professionale, però ne ho fatto parte fino al 2006, prima del mio inserimento nel mondo del retail, neppure mi rendevo conto di cosa volesse dire esserlo, far parte di una categoria che determina scelte importantissime di mercato.
Posso però dire che il cliente di oggi è super esigente, saturo di tutto, prodotti, servizi, gentilezza… l’unica cosa della quale non è ancora “sazio” è la gratificazione….
L’acquisto è pura auto-gratificazione, nel segmento della società di riferimento nessun soggetto sente più esigenze e bisogni specifici… tutti hanno tutto… nonostante ciò non sono ancora soddisfatti, non basta mai.
Un giorno in azienda hanno organizzato un super meeting con tutti i dipendenti, anche quelli esteri e durante quella giornata ci hanno raccontato del progetto di riposizionamento e delle diverse fasi che lo compongono, ci hanno resi partecipi degli obiettivi prefissati e ci hanno fatto vedere i risultati delle migliaia di analisi sociologiche che importanti agenzie avevano condotto per noi.
Una definizione che mi ha colpita allora e che ritengo attuale ancora oggi è quella del consumatore come cittadino del mondo, che si sposta in Metropolitana ed ad ogni fermata scende per guardarsi intorno, per scoprire cosa c’è là fuori.
Da ogni luogo prende qualcosa, senza più selezionarne uno sul quale ritornare più e più volte.
Mi spiego megliO : contestualizzato nel settore della moda, questo vuol dire che il consumatore oggi non si identifica più con un solo brand, non vuole essere icona del suo marchio preferito, non esiste più la donna Cavalli, la donna Gucci, la nobildonna Hermes… oggi anche le star indossano il pantalone acquistato da H&M, la giacca Balmain, la t-shirt Zara, le scarpe di quando erano studenti ( per sfruttarne l’effetto vintage), e la borsa Prada….o Bottega Veneta…solo così si sentono davvero alla moda, la loro moda personale…
Oggi lo stile di ciascuno è molto più importante dello stile che un solo brand prova ad imporre.
I sacrifici e le soddisfazioni del tuo lavoro?
I sacrifici sono principalmente legati al TEMPO… alla mancanza di tempo, quasi tutto è dedicato al lavoro appunto.
Io tra, l’altro, lavorando spesso all’estero, passo svariate settimane fuori dall’Italia… lontana da casa e dalle mie “abitudini” precedenti…questi periodi solitamente sono fatti di solo lavoro.
Non mi fa paura questa vita, fatta per un po’ s’intende…credo che i rapporti personali, le amicizie, gli amori, la famiglia non corrano alcun pericolo se sono sinceri..e io da questo punto di vista mi sento piuttosto fortunata!
E’ difficile per se stessi… impegnativo fisicamente e mentalmente, talvolta il rischio è diventi vagamente alienante.
Ti ritrovi molto spesso da sola in una città che non conosci, dove si parla una lingua che non è la tua, i ritmi che non sono i tuoi, la cucina che non è la tua… e nonostante tutto devi comunicare, viverci per un po’, devi cavartela insomma… sviluppi incredibilmente la capacità di problem solving, questo senz’altro.
E’ bello, stimolante ma non sempre facile…cambia moltissimo la tua personalità, il tuo modo di vivere..o almeno così è successo a me.
Poi però, quando il fine settimana torno a casa e raggiungo la piazza per l’aperitivo… mi sembra di non essermi allontanata mai :-P
Le Soddisfazioni sono tante, tantissime…entri in un’azienda che non sei altro che un nome, una ragazza appena laureata che non sa fare nulla…lavori in mezzo a persone adulte e piano piano queste persone ti coinvolgono, ti responsabilizzano..ti chiedono la tua opinione..ti danno libertà di scelta, di decisione..ti dicono che sei brava…che hai talento…che farai strada…
Tu non lo sai se sarà così per davvero oppure no… però la sensazione che provi è impagabile.
E poi approfitto di questa occasione per dire un’altra cosa…nel lavoro ho conosciuto delle persone straordinarie, delle donne fantastiche oltre che delle professioniste affermatissime… cosa posso chiedere di più?!
Cosa consigli a chi vuole seguire la tua strada?
Beh il consiglio più convenzionale per chi desiderasse intraprendere la mia stessa attività professionale è quello di seguire uno dei master in retail che oggi si stanno enormemente sviluppando…ma il mio consiglio personale è quello di buttarcisi, di provarci...di mettersi in gioco…
Bisogna avere un po’ di coraggio, credere in se stessi e dire sempre si…almeno all’inizio.
Il mio battesimo è stato 1 mese a Parigi, da sola , comprese le festività Pasquali… le mie amiche ricorderanno ancora le lacrime…
Però se non avessi detto quel si, così difficile da dire in quel momento… oggi non sarei qui…
Cosa vuol dire QUI?? Beh tutto e niente…io non sono una persona importante, non ho un ruolo ed un nome affermato nell’ambiente...ma sono soddisfatta e ho raggiunto una discreta professionalità… sono gratificata e questo credo valga molto.