Magazine Cinema
Un po' mi dispiace che finisca questa serie : ormai era buona consuetudine domenicale , di quando ci si sveglia un po' più tardi ( cosa che a me non succede mai perchè il gallo del mio orologio biologico canta sempre alla stessa ora) e si sta un po' più rilassati con meno ansia da prestazione sui tempi in cui produrre il post.
Rispettando i tempi della platea, anche quelli più rilassati rispetto ai giorni feriali.
Si parte!!!
2007 LA ZONA
Primo anno di questa serie e prima crisi di nervi sfiorata. Tanti bei film quest'anno ma la mia scelta è caduta su questo piccolo film messicano ad alto contenuto di simbologie e metafore, attuale come non mai. Un film assolutamente da vedere. La scelta è stata dura perchè del 2007 sono film molto amati qua a bottega come il western sbilenco Non è un paese per vecchi dei Coen, Into the wild apologo ecologista di Sean Penn, Zodiac di David Fincher , uno di quei thriller che si facevano una volta e che avranno sempre posto nel mio cuore ma anche di piccoli film come Los cronocrimenes, storia di paradossi temporali che mi ha fatto scoprire un cineasta di talento come Nacho Vigalondo, o come XXY di Lucia Puenzo , la storia della scoperta di una sessualità problematica e prorompente.
2008 MR 73-L'ULTIMA MISSIONE
Qui la decisione è stata difficilissima. Alla fine ho optato per il film di Marchal, regista da me amatissimo che declina con grandissima classe il verbo del polar. Daniel Auteuil in una delle innumerevoli parti della sua vita, quella di un poliziotto masticato e risputato da una vita ingrata fatta di rimorsi. Ma è stato duro scegliere tra MR 73 - L'ultima missione e Two Lovers, un film che è riuscito ad emozionarmi come pochi. James Gray si dimostra sempre più regista di talento e lontano dal mainstream. Spero solo che continuino a farlo lavorare perchè si sa che in quel di Hollywood se non incassi non sei nessuno. E James Gray incassa poco anche se è entrato nel cuore dei critici. Il 2008 è l'anno di Gran Torino ( che io ho definito una sorta di greatest hits del grande Clint), di due capolavori come Gomorra di Garrone e La classe di Cantet , punta dell'iceberg di tanto bel cinema europeo di quell'anno ( doveroso citare Lasciami entrare, incursione scandinava nell'horror d'autore e Pa-ra-da di Uberto Pasolini, toccante storia dei bambini che vivono nei dintorni della stazione di Bucarest e di un clown che cerca di recuperarli iniziandoli all'arte circense, storia assolutamente vera e commovente).E' l'anno anche della scoperta di tanto cinema orientale di qualità: impossibile non citare il bulimico caleidoscopio di Love Exposure di Sion Sono, l'incursione nel sociale di un grande regista horror come Kiyoshi Kurosawa che con Tokyo Sonata entra definitivamente nel novero dei
grandi travalicando il concetto di cinema di genere, e il fenomenale thriller coreano The Chaser, qualcosa che fa impallidire tutte le migliori produzioni hollywoodiane.
2009 AIR DOLL
Anche qui scelta durissima tra il film di Koreeda , la storia di una bambola gonfiabile che assume fattezze umane e impara a conoscere il mondo,che alla fine ho premiato e due film che ho amato molto alla loro uscita, visti entrambi al cinema, e che ancora hanno un posto di rilievo particolare nel mio cuoricino cinefilo:
Il profeta di Audiard, film carcerario potentissimo e The Wrestler di Aronofsky, con un Rourke forse mai così bravo e così intenso.
In assenza di cinema mainstream di qualità eccelsa tanto spazio a film piccoli fuori ma grandi dentro: L'uomo che verrà di Diritti, Kynodontas di Lanthimos una scoperta veramente shockante, un paio di favolosi film coreani come il leggero Castaway on the moon e il problematico Mother di uno dei big del cinema coreano, Bong Joon Ho e una piccola segnalazione la vorrei spendere anche per Triangle, di Christopher Smith, altro horror che si nutre di paradossi temporali i quali , se non si fosse ancora capito, sono parecchio amati qui nella mia piccola bottega...
2010 COLD FISH
Qui la scelta è stata difficile : Cold Fish è uno dei pochissimi film che hanno preso il voto massimo nel blog, per quanto mi riguarda un capolavoro assoluto di cinismo , ferocia e grande cinema targato Sion Sono. Ma del 2010 è anche Carlos, capolavoro targato Assayas , uno dei primissimi posts di questo blog, anche lui giudicato col massimo dei voti. Del resto sono quasi 6 ore di grande cinema, cosmopolita , che racconta la storia di uno dei terroristi più misteriosi, sanguinari e inafferrabili degli anni '70. Da vedere assolutamente nella versione estesa e non in quella mutilata per il grande schermo.A brevissima distanza due film di vendetta: il crudo I saw the devil opera del funambolico Kim Jee Woon che quest'anno è addirittura sbarcato in America come del resto Chan Wook Park, altro peso massimo del cinema coreano, e l'arty Confessions di Nakashima, film giapponese piuttosto anomalo nella sua costruzione, ma Nakashima già aveva abituato al suo essere trasversale( se non bislacco) anche nel precedente Memories of Matsuko.
Altro film che per un motivo o per l'altro mi è rimasto dentro è Piccole bugie tra amici , con uno dei finali più commoventi (e bastardi allo stesso tempo) visti al cinema in questi ultimi anni. Roba da lacrime vere.
2011 IL CAVALLO DI TORINO
Per chi nono conoscesse il cinema di Bela Tarr, questo film, che poi nelle sue intenzioni è il suo canto del cigno, ha detto che non tornerà più dietro la macchina da presa , è perfetto. Contiene tutta la summa della sua cinematografia in una forma forse più accessibile( termine da prendere con le molle trattandosi di Bela Tarr) e in una durata tutto sommato contenuta per gli standard del regista ungherese: 130 minuti. Il 2011 è anche l'anno in cui ho scoperto un validissimo regista iraniano che guarda molto più ai maestri europei che a quelli del suo Paese: Asghar Farhadi autore di un film bellissimo, Una separazione che si richiama alla tradizione del grande cinema europeo più di quanto faccia con il cinema iraniano targato Kiarostami o Ghobadi, anche loro passati a forme nuove. E'anche l'anno di Take Shelter di Nichols ( è nata una stella!), di Melancholia , l'apocalisse targata Von Trier e di Drive di un altro grande danese ( regista , non razza di cane) Refn . E come non nominare cult assoluti come Polisse di Maiwenn o Tutti i nostri desideri di Lloret che una distribuzione italiana incompetente ha fatto uscire nei nostri cinema con i soliti interminabili mesi di ritardo, in pieno 2012?
2012 HOLY MOTORS
Anche qui la stagione del cinema mainstream ha lasciato abbastanza a desiderare, come pure la distribuzione italiana. Tanti film , poi, come un fulmine a ciel sereno arriva l'ultima opera di Leos Carax, Holy Motors e da sola fa riscrivere tutte le classifiche dell'anno perchè si piazza al primo posto senza neanche discutere. Carax è tornato più grande che mai e con lui è tornato il suo attore feticcio, Dennis Lavant, qui più sgradevole e disgustoso che mai. Eppure monumentale. A debita distanza il grande ritorno di Jacques Audiard , Un sapore di ruggine e ossa, con una Cotillard che si immola anima ma soprattutto corpo a questo film, il divertissment metaletterario e metacinematografico Ruby Sparks e il solito , consueto capolavoro di Hirokazu Koreeda, I wish, un film di bambini , di sogni e di treni che passano.
E con questo è tutto. Per il film del 2013 ci rivedremo con la playlist di fine anno...manca poco più di un mese!!
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