Jane Greer e Robert Mitchum ne Le catene della colpa
Nei film noir, spesso, il peso del passato gioca un ruolo determinante nelle sorti del protagonista. Ciò che si è vissuto e si è voluto lasciare dietro di sé, ritorna inesorabile a chiedere conto. Non serve a nulla aver trovato rifugio in qualche piccola cittadina di provincia e aver cambiato vita: non si può fingere che le azioni compiute non siano mai accadute. Il passato ritorna. È quello che succede a Jeff Bailey, il proprietario di una pompa di benzina, che conduce una vita tranquilla con la propria fidanzata in un piccolo centro della California. Un disilluso Robert Mitchum interpreta uno dei più laconici e predestinati eroi del genere noir in un film di culto: Le catene della colpa (Out of the Past), diretto nel 1947 da Jacques Tourneur. Gli anni e le miglia che lo separano dalla sua vita precedente di detective a New York, non evitano che il gangster da cui è scappato, Whit Sterling, interpretato da Kirk Douglas, lo cerchi e lo ritrovi obbligandolo a fare i conti col suo passato.Guillermo Blanco - Disegno di Jose Ortiz
È evidente il richiamo al film del regista francese nella storia che Pasquale Ruju ha firmato per la collana mensile di Tex, pubblicata nei due ultimi mesi del 2012. Lo si desume tanto dal titolo dell'albo di novembre, Le catene della colpa, quanto dalla figura del protagonista, Padre Clemente, frate della missione di Santa Esperanza in Messico, in cui Carson e Tex fanno sosta durante un loro lungo viaggio a cavallo.Tex riconosce Guillermo Blanco nell'uomo di chiesa, uno spietato assassino che Tex era convinto di aver ucciso a duello diversi anni prima. Il criminale invece sopravvisse e si pentì della propria vita piena di morte e violenza, decidendo di dedicarsi al prossimo e all'istruzione dei bambini poveri. Tex sceglie di credergli e di dargli fiducia. Non altrettanto fa Gallardo, un assassino a capo di una banda di razziatori, che ha nei confronti di Guillermo un vecchio credito, figlio del bottino di una rapina compiuta assieme. Gallardo obbliga Guillermo a partecipare ad un ultimo colpo, ricattandolo con la minaccia di uccidere i bambini della scuola della missione. Tanto nel film, quanto nel fumetto, quando il passato torna a bussare alla porta del protagonista costringendolo a ripercorrere le antiche strade, il senso di morte cala sulla storia senza più abbandonarla fino all'ineluttabile conclusione.
Una storia di Tex da manuale, dalla trama solida e senza sbavature. Sono i due pards coloro che si sbarazzano della banda di Gallardo alla loro maniera, implacabili e inesorabili. Guillermo riesce comunque a distinguersi nella sparatoria finale, salvando le donne prese in ostaggio dai bandidos. Non avrà salva la pelle, ma potrà presentarsi con dignità al cospetto di Dio. La grandezza di questa storia sta nel proporre un Tex classico, invincibile e spietato verso il male, ma capace di discernere il sincero pentimento anche di un criminale. Un personaggio così, se mal sceneggiato, rischia di diventare una macchietta irrealistica o di uccidere tutti gli altri con la propria personalità. Non è così in questa storia, dove la figura di Guillermo fa appassionare il lettore al suo destino, senza mai perdere di vista né sminuire il peso di Tex nello sviluppo della trama, anzi esaltandolo. Un equilibrio difficile da raggiungere, ma centrato pienamente da Pasquale Ruju in questa che, secondo me, risulta essere la storia migliore di Tex del 2012. Non potrebbe essere la migliore se non ci fossero dei buoni disegni a sostanziarla. Jose Ortiz assolve il compito, come sempre, con perizia: il suo tratto sporco è perfetto per disegnare le facce scure di questi tagliagole di oltre confine, facendoci respirare tutta la polvere degli aridi territori messicani.
Guillermo Blanco e Gallardo - Disegno di Jose Ortiz
Le catene della colpa è soltanto la punta di diamante dell'annata di Tex, decisamente buona almeno nella serie regolare. Pasquale Ruju si era già ben distinto negli albi di luglio e agosto, raccontando le vicende del giovane mezzosangue Makua, disegnate ottimamente da Alfonso Font. Prima di lui Mauro Boselli aveva concluso in gennaio, con Corsa verso l'abisso, la convincente storia, iniziata a fine 2011, che vedeva la competizione senza esclusione di colpi fra due compagnie ferroviarie. Al solito, Boselli rappresenta molti personaggi, tutti ben tratteggiati, tra cui spicca un'affascinante e spietata dark lady. Da sottolineare i disegni dinamici ed espressivi di Leomacs, che non vedo l'ora di rivedere all'opera.Ma Boselli fa ancora meglio firmando un'avvincente storia corale (alla quale, fino all'ultimo, sono stato tentato di assegnare la palma d'oro di migliore dell'anno) che per tre mesi, da aprile a giugno, ha tenuto il mio naso incollato alle pagine fino al travolgente finale, anche grazie ai magnifici disegni di Ernesto R. Garcia Seijas (questi sì, i migliori del 2012). Ne avevo già parlato qui, evidenziando la differenza fra il Tex di Boselli e quello di Tito Faraci, l'autore cui sono da ascrivere le due avventure meno riuscite del nostro ranger. Se nell'avventura citata nel post linkato i personaggi di contorno non sono molto credibili e Tex risulta quasi supereroistico nelle sue capacità, la storia che si dipana fra settembre e ottobre raggiunge la sufficienza per aver presentato dei comprimari realistici e un ranger (Braccato!) per il quale nelle concitate pagine iniziali nutriamo una forte apprensione (insomma, ci fa battere il cuore e preoccupare per la sua sorte, forse un po' troppo a dir la verità...). Poi la trama perde un po' di ritmo e diventa prevedibile ma è sostenuta dai buoni disegni di Pasquale Del Vecchio.
Tex ed Espectro - Disegno di Ernesto R. garcia Seijas
La migliore copertina? Sono due, di Claudio Villa.