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I migliori album del 2014 di pensieri cannibali – la top 10
Creato il 20 dicembre 2014 da Cannibal KidBenvenuti, o gentili ascoltatori/lettori, nella seconda parte della classifica degli album più apprezzati durante il 2014 dal qui presente blog Pensieri Cannibali. Mettetevi comodi a sedere, prendete le cuffie e mettetevele nel cu... No, ma che dico? Oggi cercherò di essere professionale e serio. Prendete le cuffie e mettetevele nelle orecchie. Dove altro, se no? Se volete, recuperatevi prima le posizioni dalla 20 alla 11 della classifica. Dopodiché, procedete pure con i 10 dischi seguenti. Buon ascolto.
10. Taylor Swift “1989”
Il mio disco di pop super commerciale super preferito dell'anno. Taylor Swift ha ormai abbandonato la scena country e s'è data anima e soprattutto corpo a un sound 80s molto yuppie e cool, sfornando un successo dietro l'altro. Perché questo non è un album. Questo è un fo##utissimo greatest hits.
9. Run the Jewels “Run the Jewels 2”
Il disco hip-hop imprescindibile del 2014. Ed è talmente universalmente figo che, complice la partecipazione come guest star nel pezzo “Close Your Eyes (And Count to Fuck)” di Zack de la Rocha dei Rage Against the Machine, sono sicuro conquisterà pure il pubblico rock.
8. St. Vincent “St. Vincent”
St. Vincent con il suo mix di pop ed elettronica ha conquistato la critica mondiale. Giustamente, perchè il suo disco omonimo è uno dei lavori più originali, personali, interessanti e meglio scritti (“I prefer your love to Jesus” è da applausi) dell'annata. Per farla esplodere del tutto le manca solo una cosa: una canzone che arrivi a tutti. Non deve per forza essere un pezzo radiofonico. Deve essere un brano di quelli capaci di entrare nell'immaginario pop. Una volta fatto questo, St. Vincent può accedere di diritto alla casa dei grandissimi della musica contemporanea. Per adesso resta ancora ferma sull'uscio.
7. Jamie T “Carry On the Grudge”
Damon Albarn è in splendida forma (si veda più avanti nella classifica) e non ne ha certo ancora bisogno. Se mai un giorno dovesse avere bisogno di un erede, però, eccolo già qua. Jamie T mischia un suono indie-rock, con un'attitudine hip-hoppara, con uno spirito punk, con una massiccia “inglesità” e con un'espressività pop che mi ricorda proprio il leader di Blur e Gorillaz. Il suo “Carry on the Grudge” è un lavoro molto variegato e maturo e in più ci regala non una, bensì due delle figatonze più esaltanti e più da sparare a tutto volume dell'anno: “Zombie” e “Rabbit Hole”.
6. Lykke Li “I Never Learn”
In questo suo nuovo disco "I Never Learn" la svedese Lykke Li non canta. Ci consegna i brandelli del suo cuore e ci dice: “To', usateli come meglio preferite.” Non è quindi un album da ascoltare in qualunque occasione, ma quando si è a pezzi è l'ideale. Vi ricorderà che c'è qualcuno che se la sta passando peggio di voi.
5. Lana Del Rey “Ultraviolence”
Con il primo album “Born to Die”, Lana giocava con i “video games” e giocava pure a fare le prove di grandezza. Con questo secondo “Ultraviolence” ha smesso di giocare e si è messa a fare sul serio. Di più, ha fatto come Alex il Drugo. Ha spazzato via tutto il resto della concorrenza pop in maniera brutale, usando l'ultraviolenza. It's Lana, bitch.
4. FKA Twigs “LP1”
La cantante britannica di origini giamaicane Tahliah Debrett Barnett alias FKA Twigs è nota alle cronache gossippare per essere la nuova girlfriend di Robert Pattinson. Alle cronache musicali, è invece nota per la sua musica soul venata d'elettronica, molto lenta, languida, sexy e affascinante come poche altre robe in circolazione. In pratica, l'esatto opposto della ex di Pattinson. Rosica, Kristen Stewart, rosica!
3. Spoon “They Want My Soul”
Gli Spoon sono uno dei gruppi più sottovalutati degli ultimi anni, e forse di sempre. Laddove un sacco di band finiscono di dire quello che avevano da dire con un solo album, a volte con una sola canzone, loro invece si superano a ogni disco e adesso hanno toccato un nuovo vertice. Il loro ultimo “They Want My Soul” è la raccolta di pezzi indie-rock dell'anno, con apice nei 3 minuti di perfezione totale di "Do You".
Il mondo, persino la scena indie, continuerà a tenerli in un angolino, ma pazienza, ce n'è di più per noi. O almeno per me.
2. Warpaint “Warpaint”
Arrivato nell'ormai lontano scorso gennaio, il dischetto delle Warpaint mi ha accompagnato nel corso di tutti gli ultimi 12 mesi, senza mai perdere un briciolo di fascino. Tra echi di “Ok Computer” dei Radiohead, suoni trip-hop e atmosfere sognanti, una meraviglia continua.
1. Damon Albarn “Everyday Robots”
Nella vita ho poche certezze. Damon Albarn è una di queste. In mezzo a tanti idoli adolescenziali che prima o poi me l'hanno messa in quel posto creando qualcosa di brutto, o peggio ancora di mediocre, Damon è sempre una garanzia. Lontano (ma non troppo) da Blur, Gorillaz e dai mille altri progetti in cui è impegnato, il suo esordio solista vero e proprio è un gioiellino di grande classe pop. O per meglio dire, di fuoriclasse pop. Nella vita ho poche certezze. La bellezza di “Everyday Robots” è una di queste.
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