I fondi per rimediare ai danni sociali del teleriscaldamento, almeno per i casi di morosità, ci sono. I famosi sconti hanno copertura di bilancio. In generale il teleriscaldamento applicato alle case popolari resta un flagello biblico. Il Comune una scelta l’ha compiuta e resta in guardia.
“Dai 4mila euro ai 7mila per i due condomini di via Divisione Acqui più colpiti dai casi di morosità, ma i deviatori di flusso dovrebbero risolvere questo problema” spiega l’assessore alle Politiche sociali Luigi Amore, che avrà l’occasione di tornare in argomento in commissione comunale già prima del prossimo consiglio comunale. “I soldi per gli sconti del 25% sono già stati stanziati” prosegue Amore, che si rifà a un modello già precedentemente applicato dal Comune per Largo Pagliari. Lo sconto riguarda la morosità pregressa, mentre le migliorie tecniche dovrebbero auspicabilmente evitare nuovi guai nella gestione del teleriscaldamento, come le bollette pazze e gli eccessi di dispersione. I soldi per pagare le bollette all’Aem ci sono, anche se gonfiate dalla dispersione e altre complicazioni (conto doppio in un appartamento grande la metà di un altro, difformità inspiegabili tra bollette e consumi di diversi appartamenti Aler, risultati dal confronto fra gli utenti). L’Aem ammette errori, eppure il Comune paga subito, monitorerà e in parte recupererà. Chi ci rimette sono gli inquilini Aler, squattrinati, e lo stesso Comune, mentre Aem-LGH gode di una situazione finanziaria tranquilla.
L’assessore sostiene però che i rapporti con l’Aem sono migliori di quelli con altri gestori “con i quali – spiega Amore – non è nemmeno possibile trattare sul numero di rate né sui distacchi. Il libero mercato ha tolto ad Aem il 15% degli utenti cremonesi e i nuovi gestori non transigono. Ci sono utenti che vorrebbero tornare con Aem ma non possono a causa di debiti irrisolti, e oggi si fanno più controlli di un tempo. Due giorni fa ho tentato di intervenire per un utente di un altro gestore e non c’è stato nulla da fare” conclude Amore.
E questo irrigidimento di gestori sempre più potenti si verifica in anni di crisi.
Questo blog ha criticato alcune scelte delle Politiche sociali, tuttavia la recessione e i tagli dello Stato agli enti locali, e lo stesso vincolo di spesa di cui soffrono i Comuni, non sono addebitabili ad alcuna amministrazione locale.
“Ancora oggi – continua Amore – non sappiamo quanti tagli subiremo dallo Stato, quanti soldi avremo per il sociale nel 2014, e da sei mesi si discute di Imu”. L’assessore poi apprezza l’operato della Regione che ha “garantito lo svolgimento dei servizi incrementando la spesa”.
Il danno subito dallo stato sociale è enorme come pure per altri versi non si vede che cosa muova l’economia alla presunta ripresa.
“Avremmo bisogno di maggiore autonomia nella spesa – difficile dar torto ad Amore – invece i soldi per le asfaltature sono vincolati, le spese per i progetti sono vincolate”. Il bilancio è ingabbiato e alla fonte si taglia su tutte le aree. Le disuguaglianze aumentano e l’ente locale, vicino ai cittadini, ha possibilità ridotte: “Io vorrei lavorare sulla prevenzione, curare il raffreddore, non la broncopolmonite” aggiunge Amore.
I fondi per il sociale quindi restano scarsi. La spesa corre per altre vie indirizzata ancor prima che le risorse arrivino a Cremona, come nelle altre città e ovunque.
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I mille problemi dell’Amore: la recessione la pagano i poveri
Creato il 23 novembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignaniPossono interessarti anche questi articoli :
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