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I mondiali degli uomini

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

I mondiali degli uomini

Una mia lettrice mi segnala un volantino sessista che pubblicizza una pizzeria.

Nei giorni dei mondiali dove i protagonisti sono tutti uomini, le donne sono invisibili semmai appaiono come corpi per pubblicizzare ogni cosa.

In questa pubblicità  le donne sono esplicitamente considerate come prodotti, merce, oggetto, “cose” e sessualizzate all’estremo secondo la cultura che considera il calcio una prerogativa maschile e che  non immaginerebbe mai delle donne calciare un pallone. Non a caso, se avete notato, quando una mansione o uno sport è considerato maschile si usa lo stereotipo sessista della sessualizzazione della donna per femminilizzarlo, mentre in realtà lo si sta maschilizzando ancora di più, togliendo autorevolezza alle donne, riducendole ad essere valutate dall’altro sesso solo per l’aspetto estetico e sessuale e rendendo ancora più impossibile la realizzazione di una società paritaria.

Per non uscire fuoritema, come l’autrice del post colgo anch’io l’occasione per parlarvi delle ragazze che sono state costrette a prostituirsi per l’occasione dei mondiali in sudafrica. Perchè nessuno parla di questo?Dov’è il Parlamento Europeo? Dov’è l’ Onu?  

Quest’anno non guarderò i mondiali,ma forse non basterà per fermare questo schifo.

Non so a voi ma il volantino di sopra apparirà come una coincidenza dopo aver letto questo comunicato:

I mondiali degli uomini

 Vogliamo rivolgerci agli uomini, e in particolare a tutti gli uomini italiani che attendono con trepidazione l’inizio del campionato mondiale di calcio in Sudafrica.

Migliaia di ragazze africane strappate nei mesi scorsi alle loro case e alle loro famiglie con la violenza, o con l’inganno e il ricatto vengono messe per strada  dalle organizzazioni criminali nelle città sudafricane che ospiteranno nei prossimi giorni le partite del mondiale.   

Si tratta di un impressionante traffico di esseri umani provenienti dai paesi limitrofi al Sudafrica come il Mozambico, finalizzato allo sfruttamento forzato della prostituzione, dell’accattonaggio, della pedofilia e del turismo sessuale.

Come denunciano molte organizzazioni internazionali (U.E., Amnesty …) fenomeni analoghi caratterizzano da alcuni anni tutti i grandi eventi sportivi internazionali. Si calcola che ben 40.000 ragazze, tra le quali molte minorenni, furono trasferite con la forza in Germania dai paesi dell’est-Europa in occasione dei mondiali di calcio del 2006.

Anche in Italia ogni anno molte ragazze africane, sud-americane, est-europee etc. arrivano sulle nostre strade come schiave. Il meccanismo è lo stesso: vengono minacciate di morte insieme alle loro famiglie e costrette a prostituirsi per pagare il debito contratto con chi aveva promesso loro l’illusione di un lavoro in un paese più ricco, e quando si rifiutano, o non potendone più, cercano di scappare vengono picchiate e stuprate anche fino alla morte. Cinquecento sono state le donne vittime di tratta assassinate in dieci anni nel nostro paese.

A milioni (4 secondo alcune statistiche, 10 secondo altre), noi maschi  italiani continuiamo ad andare “a puttane”. Facciamo finta di non accorgerci che gran parte delle volte davanti a noi non c’è una persona che dispone liberamente del proprio corpo e della propria vita e che potrà spendersi quei soldi che le diamo come meglio crede, e così andiamo ad alimentare il mercato e il traffico di esseri umani, di organi, di armi e droga, rendendo sempre più violente e invivibili le nostre città e le nostre stesse vite. Un prezzo davvero troppo alto da pagare e far pagare!

Ma davvero disporre del corpo di una donna non libera è un esperienza appagante? Davvero abbiamo una percezione così misera dei nostri corpi e della nostra sessualità?

Siamo sicuri che solo con il denaro, il potere, la violenza possiamo ottenere quello che cerchiamo e desideriamo nella relazione con una donna (un uomo o una trans) e con il suo (loro) corpo?

 A chi andrà in Sudafrica per i mondiali o a chi pensa di festeggiare una notte magica di vittoria o sfogare la rabbia di una sconfitta con un vero e proprio “stupro a pagamento” nelle strade delle nostre città, a noi, agli uomini tutti, chiediamo di aprire gli occhi e vedere quali sono le condizioni di vita che spingono tante donne e uomini a fuggire dal proprio paese illudendosi di trovare fortuna in un  paese più ricco, e trovando invece troppo spesso l’orrore, lo sfruttamento, la disperazione, la morte.  

A tutti vogliamo dire che si può andare in Sudafrica (o godersi il mondiale in TV o per strada) e tornare a casa alla fine di una giornata di lavoro, di una partita, di un viaggio, senza diventare criminali o complici di tutto questo. Semplicemente rimanendo umani.



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