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I musei americani svendono le loro collezioni

Creato il 10 dicembre 2010 da Madyur

L’America svende la sua storia. La Grande Liquidazione parte da Filadelfia, la città della Costituzione dei Padri Fondatori. Migliaia di tesori , quadri, documenti introvabili, manufatti custoditi da tre secoli e messi all’asta come oggetti preziosissimi , per carità , ma anche qualunque : come se la patina della storia e dell’orgoglio nazionale non avessero un prezzo impagabile.

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Invece il prezzo è 5,8 milioni di dollari. Lo spartivento col cavallo al galoppo degli indiani, 20 mila dollari, il ritratto di Thomas Kully che realizzò del presidente Jaksonson , 80500 dollari.

Filadelfia vende la sua storia e l’America s’indigna. I musei costretti a vendere come un normalissimo supermercato. Per non sopravvivere. Per non morire. Per non venire strangolati dai debiti e dai lavoratori in corso. La recessione ha chiuso i cordoni pubblici , i privati sono rimasti con le mani in tasca. E un’istituzione come il Filadelfia History Museum deve sopravvivere con un edificio del 1826 di 6 milioni di dollari.

Nello Stato di New York giace da tempo in Parlamento una legge che vieterebbe ai musei di finanziarsi vendendo i propri capolavori. Dal Metropolitan al Moma , la Grande Mela è il polo museale più grande del mondo : e non sarà un caso che il progetto è fermo proprio per l’opposizione dei musei.

Fece scalpore l’anno scorso che il Rose Art Museum di Waltham , Massachusetts, di svendere una collezione che va da Andy Warhol a Robert Rauschenberg : per colmare il buco da 10 milioni di dollari. Non se ne fece niente per l’insurrezione del mondo dell’arte. E a pagare fu il presidente del college che ebbe la pensata.

Ora Molti preziosi sono finiti all’asta milionaria di Christie’s grazie ad una giungla di regolamenti. Il codice dell’Associazione dei direttori di museo dice che non può vendere, ma Filadelfia ricade nei musei di storia , quindi ad un’altra associazione. E l’American Association Museum autorizza la vendita di una collezione per potersi prendere cura. Forzata ma efficace.

Il Museo di Filadelfia ha dismesso, grazie a questa regola, migliaia di pezzi( 2569 secondo fonti ufficiali) , realizzando 3,4 milioni di dollari dei 6 necessari alla ristrutturazione. A sparire sono stati anche i pezzi pregiatissimi della collezione di Charles Wilson Peale , considerato il papà dei Musei d’America.


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