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I numeri del Paese reale. Quello che il Tg1 non dice.

Creato il 22 dicembre 2010 da Ppcaserta
Non ci vuole molto per rendersi conto di come sta andando l’Italia, non ci sarebbe nemmeno bisogno di scavare troppo, è sufficiente mettere insieme le notizie e dissipare la coltre di disinformazione che giornalmente presenta un paese che non esiste. Ecco alcuni dati diffusi in questi giorni dall’OCSE, da Bankitalia e dalla Cgia di Mestre. 
(1) Secondo i dati diffusi dall’OCSE, l’Italia è terza al mondo per pressione fiscale, preceduta solo da Svezia e Danimarca. Con l’aggravante che Danimarca e Svezia sono paesi dove, a differenza dall’Italia, il prelievo fiscale viene ridistribuito per alimentare un Welfare capillare.
(2) Un rapporto di Bankitalia su ”La Ricchezza delle famiglie italiane”, mette in evidenza che il 45% della ricchezza complessiva degli italiani a fine 2008 si concentrava nelle mani del 10% delle famiglie, mentre la metà delle famiglie, quelle a basso reddito, detiene appena il 10% della ricchezza complessiva. 
(3) In uno studio dei ricercatori Giuseppe Cappelletti e Giovanni Guazzarotti della Banca d'Italia appena pubblicato sul sito, si afferma che “La diminuzione del tasso di sostituzione tra retribuzione e pensione previsto nei prossimi anni e l'ancora scarsa adesione alla previdenza integrativa farà sì che molti lavoratori in futuro si troveranno” "esposti a un forte rischio previdenziale, ovvero alla possibilità che, raggiunta l'età del pensionamento, si trovino a non avere risorse sufficienti a mantenere un tenore di vita adeguato".
(4) Secondo i dati forniti dalla Cgia di Mestre, il debito medio delle famiglie consumatrici italiane, generato dall'accensione di mutui per l'acquisto della casa, dai prestiti per l'acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili sfiora i 20 mila euro. 
Qual è il quadro generale che emerge da questi dati? Molto diverso da quello offerto dalle veline di regime. L’Italia è un paese dove la pressione fiscale è elevatissima, senza per giunta far ricadere i benefici sulle fasce sociali più deboli ed esposte; è un paese dove esiste un’elevata e crescente diseguaglianza sociale, dove le famiglie devono indebitarsi per i beni di prima necessità e dove, di questo passo, eserciti di lavoratori “atipici” (ma, siamo seri, si parla quasi di un’intera generazione) avrà una pensione ridicola.
Di fronte a questo stato di cose la maggioranza di governo non si è limitata a non far nulla: ha coltivato l’arte di sostituire la propaganda ai fatti. E chi protesta è un terrorista.

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