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I nuovi partigiani siamo noi! E’ la frase più insulsa che ho sentito nell’ultimo ventennio, dopo l’utilizzatore finale che almeno faceva ridere. Andare all’università per esibire tanta ignoranza non ha senso.

Creato il 26 aprile 2013 da Slasch16

indexPer dire una cazzata del genere si deve possedere una presunzione senza confini, oppure un’ ignoranza della storia, delle ragioni, dei sacrifici e dell’unità intellettuale che ha dato vita alla Resistenza, senza limiti.
perchè la presunzione non ha limiti.
Il 25 aprile, insieme al ricordo del sacrificio che ci ha portati alla liberazione ed alla democrazia, ci ha offerto l’ennesima sentenza del depositario della coscienza nazionale, Grillo, e non solo. Anche quella della studentessa che era ospite a Servizio Pubblico.
Il 25 aprile è morto. Si, lo so che è una metafora anche se non è stata intesa da tutti o male interpretata, i più l’hanno presa per verità rivelata perchè l’anatema è arrivato dal web. Dal futuro che è nelle mani della rete e non più in quelle di Dio come sostengono i cattolici da qualche migliaio di anni.
Ieri a Milano ho visto una cosa strana e nello stesso tempo piacevole due bandiere del M5S, una delle quali abbracciata ad un tricolore, e 5 o sei persone che sfilavano con noi per festeggiare, ricordare, il 25 aprile.
E’ da ieri che nella mente mi gira una domanda alla quale nemmeno a freddo sono riuscito a dare una risposta.
E’ stata una comparsata come quella del Pdl nel 1996 o è stata una scelta consapevole ed unitaria con tutti quelli, bandiere rosse comprese, che festeggiavano il 25 aprile?
O i 5 o 6 che issavano le due bandiere del M5S non avevano letto il post di Grillo oppure sono dei sinceri democratici antifascisti, in questo caso li abbraccio idealmente. Se non sono schifati ovviamente perchè io sono di sinistra, uno di quelli che non esistono più in quanto destra e sinistra non esistono più, esistono solo le idee. Idee che non sono figlie di nessuno, anzi no, dell’attualità e quindi pronte a cambiare ad ogni alito di vento perchè le idee legate alla memoria sono per forza di cose ancorate a qualcosa, giusta o sbagliata che sia.
La ragazza che dal soppalco di Servizio Pubblico ha gridato convinta, perchè lei studia va all’università: i veri partigiani siamo noi!  Ed alal quale ha risposto Santoro che mi ha tolto la prola di bocca.
Avrei voluto rispondere io ma non ho il telefono per la diretta e se avessi scritto su facebook non mi avrebbero risposto.
Ha dimostrato una ignoranza della nostra storia da far venire i brividi perchè se una che ha fatto tutte le scuole, io mi sono fermato alla 3 media e sono andato a lavorare,  frequenta l’università arriva a dire queste cazzate colossali non solo blatera un falso storico per le ragioni che ho esposto all’inizio del post ma offre indirettamente una consolazione, inutile, a me stesso che ho rimpianti di non aver potuto continuare gli studi.
Se i risultati sono questi non ho perso niente, posso sparare le mia cazzate tranquillamente ed in democrazia grazie ai veri partigiani che mi hanno reso un uomo libero libero ed ignorante come sono liberi ed ignoranti quelli che dicono queste fesserie.
E’ uno dei lati positivi della democrazia, un segno di educazione che lo studio non offre, non da, perchè o lo si ha nel dna oppure no lo si può manifestare.
Un principio molto semplice, la mia libertà finisce dove inizia la tua. E se io sono depositario della verità, del pensiero unico, della presunzione, della certezza, automaticamente non sono democratico.
Quindi autonominarsi vero autentico partigiano oltre che presuntuoso ed arrogante dimostra un’ugnoranza totale dell’impegno che culture, religioni, vite diverse hanno messo in campo per far nascere la Resistenza cercando in tutti i modi ciò che li ha uniti e non quello che avrebbe potuto dividerli.
E’ questo l’elemento culturale e storico che ha reso inimitabile, incancellabile il punto più alto mai raggiunto dalla coscienza collettiva degli italiani: la nascita della Resistenza.
Da allora non ne siamo stati più capaci abbiamo più divisioni ideologiche e politiche che campanili ed una presunzione individuale che impedisce ogni ragionamento, ogni tentativo di capire le ragioni dell’altro e rinunciare a qualcosa delle proprie per cercare l’unità che ci renderebbe invincibili conservando le nostre diversità.
Per questo vincono sempre gli altri, i peggiori perchè noi siamo i migliori e su questo non abbiamo dubbi.
Per questo ogni volta che si tenta di mettere insieme filosofie diverse crolla il castello, penso ad esempio al Pd che ne è l’esempio lampante, perchè dove c’è democrazia c’è libertà e quindi ragioni diverse che se non sono accompagnate da un altissimo spirito unitario che vada oltre le differenze e l’egoismo è normale che il castello crolli.
Solo nelle dittature, solo dove vige il pensiero unico ed il controllo totale delle miserie umane tutti marciano compatti convinti di essere i depositari della verità, migliori degli altri, un blocco granitico di certezze che nessuna ragione, nel senso di ragionamento, riesce a spostare.
Ma non è detto che abbiano ragione, posso scegliermi la casa ma difficilmente mi posso scegliere i condomini.
La sparata di Grillo, provocatoria,  e la sparata della studentessa a Servisio Pubblico sono figlie della stessa ignoranza, della stessa presunzione e della certezza, delirante, di essere i depositari della verità.
Se la studentessa universitaria senza dubbi ed incertezze avesse studiato come e da chi è nata la nostra Costituzione una cazzata del genere non l’avrebbe mai detta, nemmeno la sua presunzione l’avrebbe permessa.
I miei, l’ho scritto più volte, erano fascisti. Mio padre fatto prigioniero ad El Alamein e portato in prigionia in Scozia aveva la testa del duce in sala. E’ stato fortunato perchè se l’avessero preso i tedeschi l’avrebbero mandato a Mauthausen e non avrebbe potuto, dopo la liberazione, usufruire di quella libertà regalategli dai Partigiani che gli ha permesso di tenere la testa del duce in sala e di vedere uno dei suoi figli
diventare comunista.
Destra e sinistra non asistono più? Io sono certo di no perchè c’è una grande differenza tra destra e sinistra. Per capire cos’è la destra basta studiare il fascismo, per capire cos’è la sinistra basta usufruire della libertà che i Partigiani ci hanno regalato con il loro martirio.
Il resto sono palle, se poi noi non la sappiamo usare, non abbiamo rispetto per nessuno, calpestiamo la Costituzione o votiamo nel modo sbagliato è solo un problema nostro.
Una nostra mancanza collettiva
P.S. Per chi non avesse visto  riporto l’intervento, alto esempio di democrazia, della studentessa in questione. Se una che studia ritiene un suo diritto di parlare così chi tita la lima o porta i secchi di sabbia dovrebbe prendere il mitra, senza profferire parola.
da Giornalettismo:
STUDENTESSA VS SANTORO – FASSINA - La giovane espone il dissenso sui tagli apportati da Profumo come quelli sulle borse di studio “e la risposta che abbiamo avuto dal ministro Profumo è stata quella di fare spaccare la testa a Martino. Noi volevamo entrare per dire di essere gli unici nel merito di poter discutere dell’università. Non c’è più possibilità di andare avanti così. Non ci interessa vedere Fassina che si ‘arrocchetta’ su delle posizioni che non troviamo interessanti e ci sembrano inutili”. La ragazza è visibilmente stanca della situazione del potere e attacca anche Fassina in studio: “Noi abbiamo accettato di venire qui in studio e farci mettere su questo trespolo ma è solo perché oggi, 25 aprile, noi siamo i partigiani, noi siamo il valore della resistenza e noi siamo gli unici in grado di parlarne”. Santoro la interrompe e puntualizza: “Una persona che parla in questo modo non sa niente della resistenza”, e invita la ragazza a rivedere i motivi per cui si sono battuti i partigiani ovvero “contro la pretesa di dire ‘solo noi siamo la verità’” e la giovane continua: “Solo chi lavora ha diritto di parlare di lavoro. Fassina ha mai lavorato?”. Santoro ormai è spazientito e vuole chiudere l’intervento in fretta e augura ai giovani di fare tutto quello che è in loro diritto per poter manifestare ma arriva una sequela di botta e risposta che porta a un nulla di fatto se non alla rappresentazione visiva dell’impossibilità di dialogo tra chi manifesta e chi ascolta. Con una notevole arroganza presente in ambo le parti.



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