I padri dei social network

Creato il 16 luglio 2012 da Simodisordina @simodisordina

Dicono molti studiosi che negli ultimi 20 anni, grazie a internet, siamo entrati nell’era dell’oralità secondaria, voglio perciò ringraziare chi in tempi non sospetti, 20 anni fa appunto, si è prodigato nella sperimentazione di reti di libera circolazione delle informazioni . Parlo innanzitutto di Bernardo Provenzano, lui pare che comunicasse con i pizzini, i pizzini andavano a un picciotto che svolazzava a portarli a un capomafia meno potente che poi imparava a memoria il pizzino e lo andava a raccontare a un politico mafioso tipo Ciancimino. Ciancimino poi chiamava un carabiniere potente, uno dei Ros o uno dei servizi segreti e gli diceva quello che il capomafia aveva imparato a memoria, poi il tipo dei ros o dei servizi avvisava un superiore dei Ros o dei servizi che poi chiamava un Ministro a caso, poi questo Ministro chiamava altra gente di un po’ tutti i partiti per capire qualcosa di cosa ha detto il tipo dei ros che gli ha detto il politico mafioso che gli ha detto il mafioso che gli ha scritto Provenzano in un pizzino. E pensate che complicato, all’epoca non c’era ne’ Skype, ne’ faccialibro e ne’ twitter, tuttavia la sperimentazione di questo nuovo network è andata avanti per due decenni senza remore tecnologiche. Così passano venti anni e la futuristica catena di sant’antonio resta un network affidabile.  Tuttavia l’ampia estensione del fenomeno ha generato delle piccole pecche. Ad esempio c’è tantissima gente che ha parlato con la persona sbagliata nel momento sbagliato, ognuno sa cosa ha detto qualcuno a colui che gli ha detto qualcosa  e una volta che uno sa è dentro al gioco e deve fare il possibile perchè si continui a giocare. L’altra piccola pecca è che chi è fuori dal social network non sa nulla di cosa si raccontano e si raccontavano nel social network, non ci resta così che immaginare le infinite possibilità applicative della scienza, forse si dicevano solo: “vedrai che tra 20 anni grazie alla nostra ricerca l’Italia sarà un paese migliore”. 


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