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I padrini delle “liberation” of convenience

Creato il 31 ottobre 2012 da Indian

Lezioni condivise 70 –  Independencia e crescimento de Portugal

    Il dibattito sul destino dei popoli è sempre stato vivo. Quasi sempre una nazione, che è un popolo per definizione, non è individuabile dai confini di uno stato, ma dall’avere in comune oltre a una certa caratterizzazione geografica ed etnica, cultura, lingua, religione, tradizioni, storia, identità (anche se non è detto che debbano coesistere contemporaneamente tutti questi fattori).
    Il dibattito si fa pretestuosa polemica quando qualcuno, preferibilmente autorevole, utilizza questa sua prerogativa per spararla grossa e arrampicarsi sugli specchi della presunta ragion di stato, illogica e prepotente. E’ il caso di Claudio Magris, che ho apprezzato tanto a sentirlo dir di Danubio, ma molto meno quando l’ha spara grossa contro le aspirazioni di autodeterminazione dei Catalani, che poi è come dire dei sardi, corsi, baschi, palestinesi, irlandesi, nativi americani e via dicendo. Le argomentazioni della mia affermazione le trovate espresse ampiamente in questo articolo.
    A volte la Storia si è divertita a “privilegiare” alcuni popoli, penso in tempi recenti agli stati ex URSS (anche se vi sono ancora situazioni molto complesse), quelli ex-Jugoslavi, il Kosovo… Ma, a parte la creazione di situazioni peggiori di prima, in certe occasioni queste “liberazioni” hanno avuto come padrini politici quasi sempre gli USA, che lo sono anche della non liberazione di tanti altri popoli.
    La storia moderna, nel baillamme della formazione dei grossi stato-nazione, ci ha lasciato in eredità dei popoli minori che sono riusciti a ritagliarsi una loro specialità e indipendenza, tra questi certamente il Portogallo, che peraltro ha avuto per secoli una storia addirittura imperiale. Fa un po’ strano vedere il blocco della penisola iberica interrotto dal Portogallo, viene spontaneo chiedersi come abbiano fatto e perché proprio loro, con tutti i particolarismi esistenti nella penisola, a non cedere alla spinta unificatrice che ha interessato tutti gli altri regni nati durante la Reconquista.
    Il Trecento e il Quattrocento furono per la penisola iberica momenti poco tranquilli, sia per lotte dinastiche, sia per contrasti tra i regni formatisi durante la reconquista. La Castiglia che di fatto aveva un ruolo centrale, alternava contrasti con l’Aragona e il Portogallo, nonché con quel che restava del comune nemico Al Andalus.
(continua…)
(Storia moderna  – 14.2.1997) MP

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