I politici, nonostante il fallimento della politica sia di clamorosa evidenza, non ne vogliono sapere del web e del ‘contatto’.
Snobbando il blog di Beppe Grillo e quindi molti umori della strada si erano del tutto persi il prevedibile risultato delle ultime elezioni politiche. A livello locale, alla vigilia di ogni chiamata alle urne per le amministrative, la situazione non è diversa. Tutti ormai distanti dalla ‘gente’. Incapaci o indolenti non si prendono cura di familiarizzare con i nuovi mezzi di comunicazione. E, se lo fanno, si impegnano a tempo determinato: giusto il tempo per racimolare consensi con qualche slogan e tante promesse o per tirare calci a parole contro il sistema del quale fanno parte a fatti.
Una volta i politici avevano almeno la furbizia o il buon gusto di avvalersi di qualche valido polso del territorio, di un buon suggeritore che sapeva sempre quali parole e scelte la ‘base’ avrebbe capito e apprezzato. Poi è arrivata una spocchia che ha dato loro due scellerate convinzioni: quella di non avere bisogno di alcun efficiente ed efficace interlocutore popolare e quella di potersi permettere il lusso di avere accanto al massimo qualche statuina molto piacente e poco pensante.
Il blog sembrava, a destra e a sinistra, il ridicolo palcoscenico di un urlatore. Qualcuno è corso ai ripari quando si è accorto che comunicare, interagire, avvicinarsi via internet oltre che utile e sensato è sostenibile in termini logistici più di impossibili o improbabili maratone su e giù per un Paese che non ha neanche più una capillare e vivace rete di attivismo cui riferirsi e appoggiarsi. Ma non ne ha una considerazione alta e sincera e i naviganti abituali lo annusano eccome. Pescano il ghostwriter tra i raccomandati, probabilmente. Oppure si improvvisano blogger, non so.
Inutile storcere il naso. O, peggio, aprire specchietti per allodole, dispensare contentini, far calare una riga come fosse una perla di saggezza. Ci vuole altro per arrivare a cittadini incazzati, delusi, preoccupati. E aggiungerei intelligenti, cari politici. Perché vi siete proprio abituati a considerarci tutti più o meno imbecilli ma potreste e dovreste scoprire che non lo siamo.
Un blog? Una pagina facebook? Cari politici vi consiglio e mi auguro sappiate rispettarli invece di credere che basta averli per conquistare applausi e voti.
19 marzo 2014 - Autore: Irene Spagnuolo