I primi 100 giorni: Monti e Berlusconi

Creato il 25 febbraio 2012 da Tiba84
Per i primi 100 giorni del governo Monti, molti siti si sono lanciati in un resoconto. Sia La Repubblica che Il Corriere; di seguito riporto l'articolo del Sole24Ore. E più sotto un confronto con i primi cento giorni di Berlusconi, scritto da A. Sarubbi.
"Se guardiamo però come si è mosso la spread tra BTp e Bund a 10 anni - considerato il termometro della crisi - dall'insediamento del nuovo premier a oggi, un primo bilancio è già possibile.
Il 9 novembre - giorno in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano telefona a Mario Monti per nominarlo senatore a vita e aprirgli la strada verso Palazzo Chigi - il differenziale di rendimento tra BTp e Bund a 10 anni si attestava a 552 con i rendimenti dei BTp oltre la soglia critica del 7%, oltre la quale Grecia, Irlanda e Portogallo sono state costrette inesorabilmente a ricorre all'aiuto forzoso della Troika (Ue-Fmi-Bce).
Il primo-Effetto Monti sullo spread si vede l'11 novembre quando le indiscrezioni sulla sua scalata a Palazzo Chigi sono confermate: Silvio Berlusconi si dimette da premier. Lo spread scende a 456 punti. Dopodiché riprende la corsa al rialzo, in attesa di conoscere la nuova compagine governativa. Il giorno in cui nasce il governo (16 novembre) lo spread è di nuovo in alto, a quota 529. Ma due giorni dopo, quando la squadra scelta da Monti incassa la fiducia della Camera, scende a quota 467.
La prossima tappa è il decreto salva-Italia varato il 6 dicembre: lo spread scende a 368 punti. A questo punto però i rendimenti dei titoli di Stato italiani riprendono la corsa al rialzo, vanificando parzialmente gli effetti dell'insediamento dell'ex commissario Ue alla guida dell'Italia.
A fine dicembre quanto Monti in conferenza stampa spiega che lo spread «vuole un'Ue più incisiva» il differenziale viaggia a 518 punti formalizzando nelle aste di titoli di Stato sul mercato primario rendimenti allarmanti se proiettati alle emissioni che aspettano il Tesoro fino ad aprile 2012.
Dopo il decreto salva-Italia il discorso di Monti è chiaro: i BTp a questo punto, nonostante una manovra di austerity e gli acquisti protettivi della Bce salgono a causa delle incertezze dell'Ue nell'approvare la riforma del fondo salva-Stati e nell'affrontare il delicato problema della Grecia, chiamata a rimborsare a marzo un bond da 14,4 miliardi, avendo già esaurito la benzina del primo salvataggio da 110 miliardi nel 2010.
L'11 gennaio Monti incontra la cancelliera tedesca Angela Merkel per provarla a convincere della bontà del percorso di risanamento avviato in Italia. E va a segno. Lo spread da quota 531 inancella una forte discesa, con limitati strappi al rialzo. Il 20 gennaio, quando il Consiglio dei ministri vara il decreto sulle liberalizzazioni lo spread scende a 432 punti base. La discesa prosegue, intensificata anche dalle aspettative sul buon esito della nuova maxi asta della Bce a favore delle banche europee di fine febbraio (si prevede una domanda fino a 1.000 miliardi, superiore alla prima asta di dicembre). Il 21 febbraio l'Eurogruppo, dopo una serie sterminata di sedute a vuoto,approva il nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia. Lo spread scivola a 346. Per poi risalire nei giorni seguenti, complici prese di beneficio sui mercati azionari, in forte rialzo da inizio anno.
 E si arriva al 24 febbraio, allo scoccare del 100esimo giorno, con il "termometro della crisi" lievemente sotto i 360 punti. Ovvero sotto la soglia critica dei 370 punti indicata dalla Commissione europea come il confine per la stabilità futura della Paese."

Ed ecco i primi 100 giorni del Governo Berlusconi:
Sono andato a rivedermi gli interventi di Berlusconi nei primi 100 giorni del suo ultimo governo, da maggio ad agosto 2008. Il più mediatico fu l’abolizione dell’Ici anche per i redditi elevati, con conseguente taglio di parecchi fondi destinati alle politiche sociali; la promessa di allora fu che gli enti locali non ci avrebbero rimesso nulla, perché lo Stato avrebbe provveduto a rimborsarli della perdita con dei trasferimenti, ma basta parlare con un sindaco di un qualsiasi Comune d’Italia per capire che quella promessa si rivelò subito una bugia. A pari merito, per impatto sull’opinione pubblica, ci fu il capitolo rifiuti a Napoli: Berlusconi ci tenne un Consiglio dei ministri, ci tornò 5 volte, si fece fotografare con la scopa in mano e dichiarò urbi et orbi la fine dell’emergenza. Che naturalmente non finì, perché ci vollero altri 5 decreti, e non bastarono neppure: proprio a novembre 2011 De Magistris ha chiamato una nave olandese per caricarsi un po’ di rifiuti e portarli via, e comunque rimangono 9 milioni di tonnellate (sotto forma di ecoballe) ancora da smaltire. Poi ci fu il lodo Alfano, per risolvere un’emergenza ben più grave di quella dei rifiuti a Napoli (l’imminente conclusione del processo Mills), che un anno e mezzo dopo la Consulta bocciò perché violava gli articoli 3 e 138 della Costituzione. Infine, ciliegina sulla torta, in quei primi 100 giorni vide la luce il famigerato pacchetto sicurezza (primo di una triste serie), che – al di là del merito, sul quale abbiamo avuto modo di discutere spesso – collezionò altri 3 grandi figuracce di fronte alla Corte costituzionale: il no all’aggravante di clandestinità per chi commette reato, il no alla sanzione penale per chi – trovandosi in stato di estrema indigenza – non può obbedire all’ordine di allontanamento dall’Italia, il no alla norma sui sindaci sceriffo tanto cara a Maroni. Ecco, questi furono i primi 100 giorni del governo Berlusconi. Per non dimenticare dove eravamo, visto che oggi qualcuno sembra averlo dimenticato troppo in fretta.

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