Sono passati 30 anni dal quel 27 luglio 1981 quanto Tim Paterson perfezionò il primo antenato dei moderni sistemi operativi: QDOS.
Il progetto fece drizzare le antenne ad un giovanissimo Bill Gates che, per una cifra vicina agli 80.000 dollari, acquistò programma e licenza trasformandolo in MS-DOS, la pietra di volta su cui si basano gli attuali sistemi operativi Microsoft.
Niente fronzoli, solo un monitor e una riga di testo.
Così, ricorderanno i più informati, si presentava il fantomatico MS-DOS: un OS pratico e funzionale in cui ogni comando doveva essere impartito tramite apposita stringa da tastiera, in cui per installare i primi videogiochi come Pacman o Prince (il nonno di Prince of Persia) bisognava stare delle ore davanti al pc a sostituire gli innumerevoli floppy disk di cui si componeva il pacchetto di installazione.
Ancora oggi si può apprezzare MS-DOS accedendovi tramite il menù strumenti degli OS Windows alla voce Prompt dei comandi.
Microsoft festeggia quindi i primi 30 anni di un prodotto che, comprato alla cifra ridicola di 80.000 dollari, vale oggi più di 70 miliardi di dollari e rappresenta un big bang progettuale nel mondo del software e dei sistemi operativi.