Sono un drogato… devo accettare questa condizione e cercare di viverla nel migliore dei modi. Non esiste una cura, non posso fare finta di niente e dire "che vuoi che sia, tanto uno in più o uno in meno…". No, non funziona proprio… C'è che utilizza sostanze psicotrope, chi si tracanna Jack Daniels come the freddo, e chi, come me, utilizza le parole stampate come stordente per la mente. Non riesco a stare lontano dalle librerie, il loro richiamo mi ammalia come le sirene di Ulisse, e finisce sempre che cedo e faccio ritorno all'ovile con un paio di tomi nuovi di zecca che vanno a rimpinguare le già strabordanti mensole della libreria. Ma che ci devo fare, non riesco a farne a meno. I libri sono una passione, una vocazione forse, che ho fin da piccolo. Ricordo ancora quando, verso i dodici anni, mia zia mi regalò un pacco con dieci libri (lei sì che la sapeva lunga…) e io non che non riuscivo a credere ai miei occhi. Beh, i tempi sono cambiati, così come i miei gusti, ma la magia dell'aprire un libro, tuffarmici dentro come se non ci fosse un domani e strabiliarmi di fronte alla capacità di un artista nel sapermi coinvolgere, no, quella non è mai cambiata. Affinata forse, ma sempre viva e pulsante. Insomma, tutto questo preambolo solo per rendervi partecipi dei miei ultimi acquisti post festività.
Si parte con 365
racconti horror per un anno. Quest'antologia l'avevo adocchiata da un po’,
senza però mai soffermarmi troppo. Quando l'ho vista, lì, sullo scaffale, è
scattato qualcosa e l'ho afferrata senza nemmeno pensarci. Penso che mi
divertirà un mondo leggerla…
Il secondo titolo è
"Il primo giorno", Rhiannon Frater. Questo libro è un tarlo da
qualche mese, al punto che se non lo avessi preso forse avrei avuto seri
problemi fisici. Dopo aver partecipato a diversi giveaway in cui lo mettevano
in palio, uscendone sempre con il becco asciutto, mi ero creato una tale
scimmia che l'avrei acquistato anche se parlasse di teletubbies o my little
pony.
Poi vi dirò quando
l'ho letto…
E adesso veniamo ai
due titoli più interessanti.
Entrambi di un
artista eclettico, indiscutibile, cinico e sprezzante come pochi, dal talento
"talentuso", che risponde al nome di Chuck Palahniuk, riportno il
titolo di "Cavie" e "Diary". Su questi vorrei spendere
qualche parola in più ma preferisco tenermi tutto in serbo per le recensioni
che ho già in mente di dedicargli.
Sappiate solo che se non conoscete Palahniuk
(davvero non lo conoscete???) dovete assolutamente rimediare alla lacuna. È un maestro, un uomo
che ha la scrittura nel dna, e si vede. Il suo stile è simile ad un polpo: vi
avvinghia, vi trascina in un buco nero e profondo e non vi molla più.
Non si può non
leggere qualcosa di suo almeno una volta nella vita.
Con questo è tutto, con grande felicità del mio libraio di fiducia, e vi saluto rimandandovi alle future recensioni che farò di questi splendidi volumi. Stay tuned amici!






