Ciò che più colpisce però sono le cifre con cui alcuni giocatori vengono riconfermati dalle proprie società. Gli esempi che possiamo constatare fin’ora sono il re-sign di Rudy Gay, ala dei Memphis Grizzlies e Joe Johnson, uomo-franchigia degli Atlanta Hawks. Il primo è stato firmato per 5 anni a 82 milioni di dollari complessivi, JJ ha firmato un nuovo contratto di 6 anni a 119 milioni di dollari; cifre vicine all’indecenza secondo il mio modestissimo parere per giocatori che non possono essere paragonati alle principali stelle della NBA, ma molto probabilmente squadre come Memphis e Atlanta, avendo paura di non riconfermare i propri “gioielli”, e temendo di non potersi rinforzare con giocatori della stessa portata nella tempestosa Free Agency di quest’anno, piuttosto che rinunciare ai propri “Go-to-guy” hanno offerto dei contratti sopra la media dal punto di vista economico.
Ci sono stati in questi giorni inoltre i primi cambi di maglia da parte degli “agenti liberi“, anche se non di primo piano, ma nonostante ciò, a cifre non basse (di certo non paragonabili a quelle offerte a Gay e Johnson). I Bucks ad esempio hanno firmato l’ex Cavaliers Drew Gooden per 5 anni a 32 milioni di dollari complessivi (un contratto, anche questo a mio avviso, esagerato) mentre Hakim Warrick ha firmato per i Suns (18 milioni in 4 anni), e ciò lascia presagire un addio ormai definitivo di Stoudemire da Phoenix.