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I ragazzi neri sul ghiaccio bianco del curling‏ (by Renato Negro)

Creato il 15 luglio 2013 da Simo785
I ragazzi neri sul ghiaccio bianco del curling‏ (by Renato Negro) Premetto che in questo articolo racconterò una mia storia di vita. Ma la cosa importante è solo la storia. Sono gli anni che precedono le Olimpiadi di Torino 2006. La città sta vivendo una pesante trasformazione che in qualche modo condizionerà tutto e tutti. In quel periodo , quando mi trovavo a passeggiare nei quartieri maggiormente multietnici di Torino, avevo un pensiero ricorrente “come e quanto i miei concittadini provenienti dall’Africa e dall’Asia avrebbero seguito e vissuto le Olimpiadi del 2006 ? “. Ma non tardavo a darmi una risposta in assoluta certezza. Le Olimpiadi invernali sono bianche come la neve ed il ghiaccio delle sue discipline sportive. Tutti gli atleti partecipanti, salvo qualche rara eccezione, sono bianchi e, nonostante si tratti di un evento olimpico, immense aree geografiche sono fuori dalla competizione. Logico quindi immaginare che un africano, anche se residente a Torino, non ha stimoli nel seguire il mutamento strutturale ma in particolare culturale che è alla base dell’organizzazione di una Olimpiade. La quantità incredibile dei soldi che si devono spendere per organizzare una Olimpiade in nessun modo potranno tornare utili anche a migliorare e rafforzare il grave problema dell’integrazione.Una opportunità persa…. peccato.Ma nel mio piccolo qualcosa di straordinario stava accadendo. Marzo del 2005 di ritorno da un viaggio di perfezionamento sul curling in Canada. Appena sceso  dall’aereo riaccendo il cellulare e subito parte a suonare. Era il Presidente del CUS Riccardo D’Elicio che mi proponeva una esperienza tanto folle quando affascinante. Il Presidente immaginava di proporre ad un gruppo di studenti universitari, arrivati dal Camerun per studiare a Torino, un corso intensivo di curling. Da subito sento che il progetto è serio e presento la proposta ai miei amici colleghi istruttori che dovranno aiutarmi a realizzare questa esperienza. Tutto il gruppo istruttori della Curling Academy di Torino è entusiasta di iniziare. Intanto continuo a immaginare che forse noi riusciremo a realizzare quello che le importanti organizzazioni della Olimpiade non hanno neanche immaginato fosse possibile. Arriva la sera del primo incontro con i ragazzi del Camerun. Sono un gruppo di 15 studenti equamente suddiviso tra uomini e donne. Con il saluto di benvenuto sul ghiaccio di Torino Esposizioni non posso evitare di avvertire i camerunensi che durante le sedute di allenamento capiterà che qualche vecchio amico, per caso li di passaggio, dell’hockey su ghiaccio cercherà di scherzare con una sottile provocazione gridando il mio cognome ” Negro”. Anche questo consideriamolo un segno del destino. Per tutti è la prima volta che svolgono una attività sportiva sul ghiaccio ma la preparazione atletica li aiuterà tantissimo anche ad affrontare le difficoltà di equilibrio. Gli allenamenti proseguono per alcuni mesi e le squadre , ed i ruoli, sono ormai definiti. La prima importante occasione per vederli all’opera sarà il torneo del Mediterraneo che il nostro curling club ha organizzato in aprile. I ragazzi in gara reggono molto bene l’impegno e creano non poche difficoltà alle squadre avversarie. Alla mattina della seconda giornata di gare in edicola troviamo anche una gradita sorpresa.   I ragazzi neri sul ghiaccio bianco del curling‏ (by Renato Negro) Il giornale La Stampa in copertina aveva pubblicato una foto servizio proprio sui ragazzi del Camerun impegnati nel torneo di curling e da questa immagine nasce una nuova idea. Il curling non ha mai spazio sui media ma se a lanciare uno stone è una ragazza di colore diventa notizia. Quando ricevo i complimenti dalla Federazione Italiana di curling, per questa prima pagina, non perdo l’occasione e  chiedo di ragionare sul ritorno di immagine che il curling ha avuto con i ragazzi del Camerun. L’obiettivo a questo punto può essere solo uno proporre all’organizzazione delle Universiadi di Torino nel 2007 di consentire la partecipazione come Nazione Camerun a questi universitari. Ci volle il suo tempo per ricevere una risposta in merito e come potevo già immaginare non fu affermativa. La risposta negativa era motivata dal fatto che in Camerun non esiste una pista da ghiaccio e quindi questa Nazione non era iscrivibile alle Universiadi. A nulla ovviamente servì la mia replica che alle Olimpiadi sono invece accettate Nazioni come il Principato di Monaco, in gara sia nello sci che nel bob, cosi come ovviamente, sempre nel bob, la leggendaria squadra giamaicana. Ma nulla si può contro la politica internazionale dello sport che non vede  l’Italia all’interno di un fantomatico G8. Comunque il seme era piantato e anche gli stolti hanno l’obbligo di capire. Nasce quindi una alternativa e mi viene proposto di portare i ragazzi del Camerun alle Universiadi nello stadio di Pinerolo per una partita di esibizione Camerun contro il Resto del Mondo in gara maschile e femminile. Stupido non accettare. Alle ore 12 del 15 gennaio 2007 i ragazzi del Camerun scendono sul ghiaccio di Pinerolo. Oltre al Presidente del Cus, e ai vari assessori allo sport, anche il Console del Camerun Michael Kima Tabong, arrivato dalla sua sede romana, è presente per salutare i suoi ragazzi. In seguito il Lions Curling Camerun, per due stagioni,  partecipò anche ai campionati italiani ma senza la possibilità, concordata, di poter accedere alle finali per il titolo. Poi ,cosi’ come era nata, l’avventura Curling Camerun si concluse. Passavano gli anni e la fiamma olimpica si spegneva tra l’indifferenza di tutti. Come dicono a Napoli ” Finita la festa gabbato lu santo”. Oggi conservo ancora la lettera di ringraziamento che il Ministero dello Sport del Camerun mi ha inviato. Almeno il Camerun senza ghiaccio e senza Olimpiadi ha capito.       

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