I Re Cattolici conquistano l'Alhambra. Finisce la seconda stagione di Isabel
Da Rottasudovest
Succederà stasera, su TVE1 (www.rtve.es
nel web). Isabel, la serie dedicata alla vita della regina Isabella di
Castiglia, concluderà la sua seconda stagione nello stesso punto in cui è
iniziata: la conquista di Granada. Boabdil, l'ultimo sovrano nazarí,
consegnerà le chiavi della sua città a Isabella di Castiglia e a Fernando
d'Aragona e partirà per l'esilio, nell'Alpujarra prima, e quindi, quando
diventa chiaro che i sovrani cattolici non hanno intenzione di rispettare gli
accordi di convivenza sottoscritti, nell'odierno Marocco.
Fernando e Isabel entreranno nell'Alhambra e la storia di Spagna, d'Europa e
del mondo non sarà più la stessa. Dal fatale 1492 della presa di Granada,
partiranno due altri grandi eventi che cambiarono il volto del pianeta: il via libera a Cristoforo Colombo per il suo viaggio in cerca delle
Indie e la cacciata degli Ebrei dal nuovo Regno di Spagna, con l'inizio dell'esilio e della nostalgia dei sefarditi, a cui tanto devono le culture mitteleuropea e
balcanica.
Il senso di quei giorni nella serie si vedrà con l'ingresso di Michelle Jenner
e Rodolfo Sancho, Isabel e Fernando, nel Patio dei Leoni dell'Alhambra, appena restaurato e
restituito all'antico splendore. L'autorizzazione delle riprese di Isabel
nel monumento granadino è stato un grande riconoscimento alla serie: l'accesso delle telecamere all'Alhambra è quasi sempre impossibile. Rodolfo Sancho ricorda la
magia e il privilegio di quel momento con un filo di ironia, ma senza
nascondere l'emozione: "E' stata un'esperienza meravigliosa. E' stato
speciale entrare lì, vestito da Fernando, con la corona. E in più da solo, con
una telecamera davanti e Michelle al lato; è stato un privilegio perché normalmente
entri nel Patio dei Leoni e ci sono 40 giapponesi che scattano foto. Io ho
visto l'Alhambra senza giapponesi".
Nelle interviste rilasciate in queste settimane di Isabel,
Rodolfo Sancho ha sempre rifiutato di misurare il suo personaggio con il metro
di oggi. Lo ha fatto un po' tutto lo staff di Isabel.
Difficile parlare dell'introduzione dell'Inquisizione o della cacciata degli
Ebrei o dell'intolleranza verso i moriscos con il punto di vista del XXI
secolo. I Re Cattolici continuano a suscitare grandi sentimenti in Spagna,
perché sono stati loro, in fondo, a fondare il Regno e a dargli l'impronta che
ha avuto, fino a oggi, persino nei ritardi e nel rapido declino come potenza europea. "Non si può parlare di genocidio né di pulizia
etnica, perché erano concetti che non esistevano nel XV secolo" spiega a
El Pais José María de Francisco Olmos, decano dell'Università Complutense di Madrid. "Isabella ha piena coscienza di chi è: la
regina proprietaria del Regno di Castiglia e non la sposa del Re. E lotta per
non esserlo, non per la sua condizione di donna, ma perché crede che è Regina
per grazia di Dio. E' la prescelta dalla Provvidenza divina e lo dimostra il
fatto che vince la guerra". Così anche il femminismo di Isabel va a farsi
benedire: la parità tra i sessi, il diritto delle donne, sono concetti
sconosciuti al XV secolo.
Isabel chiude una seconda stagione appassionante, che dagli intrighi della
corte di Castiglia ci ha portato nelle atmosfere lussuose dell'ultimo regno
islamico di Spagna e nei complotti che, più della guerra dei Re Cattolici,
causarono la caduta di Granada. Gli ascolti non hanno premiato come lo scorso
anno, anche perché tutti gli altri canali le hanno fatto una concorrenza
spietata: Telecinco gli ha lanciato contro La voz, il talent show musicale che
l'anno scorso ha sbaragliato i concorrenti, Antena 3 ha tirato fuori dal cassetto El tiempo entre costura, dal romanzo di Maria Dueñas, tenuto da parte
per un paio d'anni, in attesa di tempi migliori. Giusto mettere l'una contro
l'altra due delle serie spagnole più attese e più godibili? I palinsesti fanno
scelte strane. A Isabel sono rimasti fedeli 3,3 milioni di telespettatori di
media e uno share del 16%, che di questi tempi non è poco, ma certo è lontano
dal 20% dello scorso anno. Javier Olivares, l'autore di Isabel, si consola
pensando che il lunedì sera, la maggior parte dei telespettatori sta guardando
una produzione spagnola, degna di essere vista all'estero, realizzata con cura.
Isabel se ne va anche con una serie di premi importanti, gli ultimi sono stati
i Premi Onda alla serie e a Michelle Jenner Il premio alla serie è
andato per "l'eccellente fattura, il rigore storico e l'alto livello
interpretativo". Bisogna riconoscerle anche la grande capacità
divulgativa, la curiosità che suscita nel telespettatore, di conoscere più da
vicino i Re Cattolici e i personaggi da loro incrociati e di verificare quanto
ci sia di reale e quanto di romanzato negli episodi raccontati.
El Pais rivela oggi che, mentre si sta girando l'ultima stagione della vita di
Isabel, si pensa già al dopo. Potrà continuare questa serie, così elegante e
così attenta, dopo la morte della Regina Cattolica? TVE sta discutendo i
possibili contenuti, rivela il quotidiano madrileno, perché "questo tipo
di storie, si adattano a una catena con volontà di servizio pubblico". E
da dove si riprenderà il filo? Da Fernando che lotta contro Filippo il Bello
per mantenere il controllo del Regno di Castiglia e toglierlo agli Asburgo che
gli subentreranno? O riinizierà tutto da Carlo V (Carlo I per gli spagnoli), il
figlio di Giovanna la Pazza e Filippo il Bello sul cui regno, grazie a Fernando
e Isabella, non tramontava mai il sole?
Dal web spagnolo, l'ingresso di Fernando e Isabella nel Patio dei Leoni dell'Alhambra.
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