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I rischi di chi scrive

Da Marcofre

Quali sono i rischi per chi scrive?
Nessuno ci pensa o ci bada troppo. Si è affascinati dalla prospettiva di scrivere una storia, e non si scorge altro. In fondo, si viene conquistati dall’idea di essere onnipotenti (ecco il primo errore).

Di produrre qualcosa di perfetto (secondo errore).

Di considerarsi degno della massima considerazione e di poter pescare a piene mani dalla propria esperienza (terzo errore).

Lo ripeto spesso: i personaggi sono persone serie, e chi ne scrive deve avere il loro livello di serietà. Significa che non se ne può disporre come meglio si crede. Non sono pupazzi. Lo so, è scomodo da accettare, ma è così. Chi scrive ha un ego smisurato e per questo o riesce a metterlo un po’ sotto chiave, e fa spazio appunto ai personaggi.
O sono guai.

La perfezione non esiste. Anche Tolstoj o Zola sbagliavano. Lo so che certi critici scrivono “In quest’opera l’Autore ha raggiunto la perfezione”. Si fanno abbagliare dalla loro passione, dall’affetto per quell’autore. Sbagliano pure loro, certo.

Meglio avere altre ambizioni, anzi, un’ambizione più elevata. Per esempio, essere onesti.

E attenzione all’esperienza. Alla fine il pericolo è di credere di raccontare una storia, mentre ci si limita a fare un banale resoconto di quello che si è vissuto. Senza mettersi in gioco, esatto.


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