“Ciò che abbiamo fatto solo per noi stessi muore con noi. Ciò che abbiamo fatto per gli altri e per il mondo resta ed è immortale.”(Dan Brown, Il simbolo perduto, 2009)
Quella che sarà ricordata come una delle estati più fredde e piovose degli ultimi anni sarà anche ricordata come l’estate della “sfida dei secchielli ghiacciati”. L’idea di marketing non-profit più geniale e fruttuosa degli ultimi anni è nata dalle menti di Pete Frates, ex giocatore di baseball ammalatosi di SLA, e di Corey Griffinil quale settimana scorsa, per triste ironia della sorte, è morto affogato a soli 27 anni nelle acque del Massachussets.
Dopo esser partita lentamente negli Stati Uniti questa moda ha iniziato a diffondersi prepotentemente dapprima in suolo americano e poi a macchia d’olio nel resto del mondo. L’iniziativa ha riscosso un così ampio successo grazie all’aiuto delle centinaia e centinaia di celebrity che
La moda ha toccato i più disparati settori, come quello dello sport (dal calciatore Beckham al tennista Nadal), quello del poker (tra chi ha partecipato si ricordano Phil Hellmuth e Antonio Esfandiari mentre si aspetta ancora risposta all’appello lanciato a Daniel Negreanu, stella del poker del team di PokerStars), quello dell’imprenditoria (Zuckemberg, Bill Gates e molti altri) o quello della moda (di gran classe è stato l’Ice Bucket di Donatella Versace).
La febbre della pioggia gelata ha contagiato molti, ma tutti. Tra le fila dei restii a rovesciarsi una secchiata d’acqua si ricordano non solo vip nazionali come Gerry Calà e Kledi, che non hanno però scordato di fare il versamento in favore dell’associazione, ma anche uomini di fama mondiale come il Presidente americano Barack Obama e, addirittura, Papa Francesco (il quale ha risposto con un tweet sostenendo che un vero cristiano sa dare e compie atti generosi – e nascosti – verso il prossimo). Altro detrattore dell’Ice Bucket è stata Pamela Anderson, accusando i ricercatori che curano la SLA di effettuare le sperimentazioni prendendo come cavie gli animali.
Arrivando infine alla parte più gratificante, grazie all’Ice Bucket Challenge è stato possibile raccogliere nel solo territorio statunitense una cifra di oltre 70 milioni di dollari (stando alle cifre comunicate dalla ASL, la più grande associazione americana che raccoglie fondi per la lotta alla SLA). Cifre più contenute, ma comunque di tutto rispetto, sono quelle raccolte in Italia che si attestano attorno ai 960 mila euro. Chiunque volesse sostenere questa iniziativa che sta impazzando sui social e sulle riviste patinate può farlo tramite un versamento all’AISLA, l’”Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica”.