Nell'oscurità li sento bisbigliare, sospirare, ridacchiare, ansimare. Si stanno riproducendo. Robot generano nuovi robot ... Col loro stesso movimento, le macchine sviluppano il calore necessario a far battere i loro cuori elettronici. Non si fermano mai. Faticano ventiquattr'ore s ventiquattro, un giorno dopo l'altro.Tokyo è a soli 110 km di distanza eppure ... si ha l'impressione d'aver fatto un viaggio diverso dal solitoCosì inizia uno scritto, del lontano 1986, di Tiziano Terzani in visita in una fabbrica di robot industriali nei pressi del Monte Fuji. Venticinque anni dopo la sensazione di inquietudine e meraviglia che si prova di fronte alle informazioni sull'evoluzione della robotica rimane la stessa.Oggi come allora, è ancora il Giappone a rappresentare l'avanguardia dello sviluppo nella robotica. Con la differenza che negli anni '80 e '90 era la robotica industriale ad attirare maggiore attenzione, oggi è la robotica di servizio quella a tirare di più. L'industria robotica giapponese punta a penetrare profondamente nella quotidianità con robot attivi nei più disparati settori: la sanità, la scuola, il tempo libero...
In Giappone, l'obbiettivo di creare robot di servizio capaci di risolvere molti dei problemi che affliggono la società acquisisce il carattere di una vera e propria missione da realizzare per il futuro prossimo. E' in atto una corsa sfrenata a creare robot sempre più sofisticati e simili all'uomo perfino capaci di simulare e stimolare l'affettività umana. Ne è un esempio Paro, un robot che sembra un peluche a forma di foca, capace di rispondere ai richiami e che viene già utilizzato con successo in alcuni ospedali pediatrici e case di riposo per anziani. E cosa dire di Ema la fidanzata robot di cui ho già scritto in passato.
Esperti affermano che già da 2020 si potrà riscontrare una presenza rilevante di questi robot nella società nipponica.
Non è un caso che tutto questo avvenga in Giappone. La società giapponese, da anni si trova di fronte al problema dell'invecchiamento della popolazione e della conseguente mancanza di manodopera, alla ricerca di una soluzione che supplisca alle necessità di produzione ma soprattutto di assistenza agli anziani e ai malati. Sono molte le persone sole con enormi difficoltà che fanno fatica a vivere. Da anni ormai la robotica cerca di sopperire alla mancanza di personale con robot in grado di aiutare gli anziani e i degenti. Riba è un robot umanoide in grado di trasportare una persona dal letto alla sedia a rotelle. Qui un video
Il robot Riba in funzione
Molti paesi "vecchi", come l'Italia, hanno in parte risolto il problema importando manodopera straniera nell'industria ma soprattutto come colf e badanti. Il Giappone invece no, le regole sull'immigrazione sono talmente dure e la società talmente diffidente che è molto difficile che entrino stranieri. Sono decenni che i centri di ricerca e le istituzioni puntano sullo sviluppo delle tecnologie robotiche, stanziando ingenti finanziamenti nello sviluppo. Per alcuni il Giappone del futuro sarà un paese di vecchi gestito da robot, altri invec, sono dell'idea che al più presto il Giappone dovrà aprirsi per meglio affrontare le sfide economiche e sociali di un mondo sempre più globalizzato. Probabilmente la verità sta nel "mezzo". Ci saranno tanti robot specializzati e sempre più simili agli esseri umani ma ci saranno anche molti più stranieri .Molto interessante è la produzione e lo sviluppo di una serie di robot androidi dalle fattezze femminili sempre più simili alle modelle a cui sono ispirati. Questi androidi sono capaci di compiere gesti articolati, simulare espressioni facciali e perfino il movimento respiratorio. Sono talmente sofisticati che a prima vista potrebbero addirittura trarre in inganno. Questa serie di robot sono prodotti con lo scopo di svolgere il ruolo di receptionist e altro. Oltre alla loro straordinaria somiglianze con a donne reali, gli ultimi modelli son già capaci di interloquire in modo semplice con eventuali avventori. Mi riferisco alla serie Actroid della Kokoro Company in collaborazione con il gruppo di ricerca di Hiroshi Ishiguro dell'università di Osaka. L'ultimo androide della serie è l'Actroid-F.
Quale che sia il futuro del Giappone, non sono pochi a sostenere che questa familiarità dei giapponesi per i robot derivi dalla tradizionale arte delle karakuri ningyo. Una sorta di pupazzo automatico in grado di suonare il flauto, lanciare frecce e offrire tazze di thè. Questi pupazzi risalgono al periodo Edo e venivano usati come giocattoli di lusso o come marionette autonome in spettacoli teatrali e festival religiosi. Qui un video sul funzionamento di questi pupazzi
Karakuri ningyo del periodo Edo esposte al Tokugawa Art Museum
Non manca nella cultura contemporanea degli anime e dei manga una vasta rappresentazione di robot e di probabili futuri scenari di società robotizzate. Sarebbe un elenco troppo lungo perciò ne cito solo alcuni: Astroboy di Osamu Tezuka, Ghost in The Shell e Sky Crawlers di Mamoru Oshii, Casshern Sins della Madhouse (lo adoro!^_^) ma anche Paprika di Satoshi Kon ( il mio regista preferito.. ho quasi pianto quando è venuto a mancare nell'estate del 2010).Immagine tratta dall'anime di Ghost In The Shell
Chiudo il post con la stessa conclusione dello scritto di Tiziano Terzani in visita alla fabbrica dei robot.Sono stato nel futuro e posso dire che funziona. Ma ci piace?
Info in parte tratte da:Meridiani. Giappone, del febbraio 2011;Internazionale, del 25/2 2011 (Grazie Simona!! ^_^)