Manifestanti di estrema destra sul luogo dell'incidente (fonte Youreporter.it)
Un posto di blocco, un auto con tre persone a bordo non si ferma e scappa a folle velocità travolgendo otto persone. Di queste, una donna, filippina, madre di tre bambini, muore. Altre sono ricoverate in codice rosso. Una famiglia sconvolta, altre spaventate e un quartiere in subbuglio.
Un incidente, tragico, come ne possono accadere in ogni parte del mondo. Un crimine della strada, dice qualcuno.
Mi fa effetto il luogo dell'incidente. Un incrocio che ho attraversato centinaia di volte. Mia moglie lo ha attraversato per una vita. Spesso mi ci sono ritrovato con il passeggino dei miei bambini su quelle strisce pedonali.
In molti casi la storia finirebbe con un mazzo di fiori al lato della strada e qualche chiacchiera da bar nei giorni successivi. E invece no. Perché poi emerge subito il fatto che alla guida dell'auto c'erano tre ragazzi di etnia Rom, e che l'auto è intestata ad un Rom che dichiara averne un'altra ventina.
Seguono rabbia e manifestazioni sul luogo dell'incidente - soprattutto da parte di gruppi di estrema destra. Altri cittadini scendono in strada, spontaneamente.
"Via i camp Rom, raderemo al suolo tutti i campi," si affretta a dire Salvini.
"RAZZISTI!" gridano quelli di sinistra. "Avete risvegliato lo spirito di Hitler!" dichiara il rappresentante dei Rom e Sinti d'Italia. "Qualcuno sta cercando di trasformare questa tragedia ... in una speculazione politica," dice il nostro illuminatissimo sindaco di Roma, Ignazio Marino.
Nel mezzo una questione sociale che chi ci governa evita di prendere di petto per puro tornaconto o forse più semplicemente per un ridicolo quanto pericoloso buonismo di sinistra.
Siamo arrivati al punto che la questione dei Rom a Roma (e forse anche in Italia), non può essere rimandata o derubricata a semplici difficoltà di integrazione. A Roma, da anni, non ci sono segni di integrazione, né di volontà da parte di queste persone di volersi integrare.
I campi Rom che Salvini vorrebbe radere al suolo, vengono difesi a spada tratta da quella parte della politica che dovrebbe rabbrividire al solo sentir nominare la parola "campi," luoghi che evocano il punto più basso del genere umano.
Mi chiedo se chi li difende lo fa per pura ideologia. Nessuno, in Italia, dovrebbe vivere in un campo, in una tenda, in una baracca. Nessuno!
Soprattutto, questi campi non dovrebbero essere a carico della comunità ma delle stesse persone che vi risiedono.
Chiunque ha diritto a stare in Italia, italiano o straniero, immigrato o rifugiato, deve poter vivere dignitosamente ma, prima di tutto, deve accettare le basilari norme della convivenza civile.
Che sia vero o no, a Roma i Rom sono percepiti come un'etnia parassita: una comunità che beneficia dei soldi del contribuente senza dare nulla in cambio.
La politica, principale responsabile di queste tensioni, ha il dovere di assicurare a tutti eguali diritti e doveri e prendere i provvedimenti amministrativi o penali che fossero necessari. Soprattutto considerando che secondo alcuni dati del 2003 il 70% dei circa 130-150 mila rom e sinti nel nostro paese possiede la cittadinanza italiana.
A Roma ciò non avviene. A Roma se un qualsiasi cittadino si mettesse a chiedere il pizzo alle macchinette dei biglietti della Metro, verrebbe come minimo cacciato via, se non denunciato alle Autorità. Per i rom si chiudono gli occhi. A Roma se una qualsiasi famiglia mandasse i propri figli minori ad elemosinare - se non a rubare - per le vie della città, i servizi sociali toglierebbero loro l'affidamento. Ciò sembra non applicarsi ai bambini dei campi.
Girano diversi video in rete delle manifestazioni che ho citato all'inizio di questo post. L'esasperazione, unita all'ideologia, di una parte di cittadini - che, diciamocelo, non se la passano tanto meglio da un punto di vista economico e occupazionale - causata da una situazione per la quale l'Amministrazione comunale sembra disinteressarsi, cresce.
Se non si fa subito qualcosa di concreto per ristabilire ordine e legalità, per regolarizzare la questione dei campi rom, per offrire ai rom che risiedono a Roma la possibilità di assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge e alla comunità, si rischia di degenerare in atti di violenza per i quali nessuno - dal Sindaco Marino agli estremisti di destra, passando per i comunisti radical-chic - potrà dichiararsi estraneo ai fatti.