Presto i ruggiti di eleganti e forti leoni, pantere e leopardi e linci saranno solo un ricordo lontano. L’allarme arriva dal rapporto internazionale sulle specie animali a rischio. Anche l’attrice Glenn Close chiede a tutti di fare qualcosa.
Un mondo senza felini selvatici. Il rischio è concreto con l’80% delle specie in declino, e se vogliamo evitare un futuro in cui rimarranno solo negli zoo “servirà l’aiuto di tutti”. L’appello è dell’attrice americana Glenn Close, e viene lanciato nella prefazione dell’ultimo rapporto pubblicato da Panthera, International fund for animal welfare (Ifaw), e da Wildlife conservation society in collaborazione con l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn).
Attualmente la popolazione di otto specie su dieci di felini selvatici risulta in declino, un destino comune anche ad un quarto dei canidi selvatici, famiglia alla quale appartengono volpi e lupi. Il documento fotografa la situazione di quindici specie ‘ombrello’, cioè scelte perché, se protette nella maniera adeguata, garantiscono la sopravvivenza dei loro habitat e di altri animali che dipendono dagli stessi ecosistemi.
In generale, le principali minacce ai grandi felini, ma anche a specie rare di lupi e volpi, vanno dal bracconaggio alla progressiva perdita del proprio ambiente. Un secolo fa, riferisce il rapporto, vivevano 200mila leoni in Africa. Oggi ce ne sono meno di 30mila e la specie si è estinta in 26 Paesi. La principale minaccia per la loro sopravvivenza sono i proprietari di bestiame. Pastori e allevatori sparano, tendono trappole e avvelenano questi animali per proteggere il bestiame.
Non se la passano bene nemmeno i leopardi delle nevi, di cui rimangono meno di settemila esemplari in natura. Nel loro caso il nemico numero uno è il bracconaggio, che smercia ossa e altre parti, destinate soprattutto ai mercati della Cina e in generale di tutta l’Asia. Sono rimaste invece appena in 500 le volpi di Darwin, che vivono solo in Cile, sull’orlo dell’estinzione soprattutto a causa dello sfruttamento progressivo delle aree del proprio habitat da parte dell’industria del legname e per via dello sviluppo del territorio. Una popolazione tanto ridotta e una distribuzione così ristretta hanno quindi segnato come ad alto rischio estinzione questo animale.
Dal canto loro, i lupi d’Etiopia sono addirittura meno di 500, di cui oltre la metà vive sulle montagne di Bale. Essere animali sociali non aiuta: il fatto di stare insieme in gruppo li rende particolarmente vulnerabili quando diminuisce la popolazione. E quelli che rimangono fanno i conti con focolai di rabbia e con la perdita del proprio habitat.
In Europa invece è allarme rosso per la lince iberica, il felino più a rischio estinzione del Pianeta. Gli ultimi dati stimano un numero di esemplari con il contagocce: da un minimo di 84 ad un massimo di 143 adulti. Il rapporto chiede quindi di aumentare le risorse per la conservazione di questi animali selvatici e di cambiare le politiche, in particolare sulle 15 specie al centro del rapporto.
“Grandi felini e canidi rari – spiega Jeff Flocken dell’Ifaw – attualmente soffrono a causa di tante minacce e l’impatto positivo della loro protezione andrebbe non solo a loro beneficio, ma anche di altre specie”.