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I sei ragazzi delle fonderie

Creato il 08 gennaio 2011 da Sandra
I SEI RAGAZZI DELLE FONDERIE
"Mercoledì 11 gennaio 1950. Modena, centro città,Via Emilia lato nord. Lei è tesa, preoccupata, ansiosa. E' andata a trovare sua mamma che abita vicino alla stazione, in via Palestro.Deve rientrare a casa ed ha una certa fretta. Il latte preme e comincia a bagnarle il golfino sotto il cappotto. Sandra, la sua bimba, ha tre mesi appena; sicuramente starà già piangendo e la suocera comincerà ad essere preoccupata "Ma quando arriva 'sta benedetta ragazza?Lo sa che la bimba deve mangiare!" 
Lei percorre la via Emilia alla ricerca di un varco per  attraversarla: casa sua è dall'altra parte, in via Sant'Agostino. Ma non si passa. Le forze dell'ordine bloccano tutto. Non la lasciano attraversare. Sono in corso i funerali di quei sei ragazzi. I ragazzi delle Fonderie..."
 Le Fonderie Riunite erano una presenza importante a Modena. Il  padrone ( e mai appellativo fu più giusto) era  il conte Adolfo Orsi,  proprietario anche  di altre fabbriche metalmeccaniche, di  imprese commerciali, di cave nel Bresciano, di vasti possedimenti terrieri.Voleva  poter disporre a piacimento di  tutti gli oltre cinquecento dipendenti: assunzioni, licenziamenti...tutto quanto. Di Commissione Interna e di sindacalisti proprio non ne voleva sentire parlare. La lettera di licenziamento per tutti era partita il 3 dicembre e il 5 dello stesso mese, con un'altra lettera, aveva fatto  presente l'intenzione di  riassumerne nemmeno la metà; ovviamente quelli non politicizzati e che non avessero legami con il Sindacato.............il 9 gennaio la polizia fece fuoco, in tempi diversi, su una manifestazione operaia indetta per protestare contro i licenziamenti. Fu un vero e proprio " tiro al piccione" .Vennero uccisi in sei  : Angelo Appiani di 30 anni, Renzo Bersani di 21 anni, Arturo Chiappelli di 43 anni, Ennio Garagnani di 21 anni, Arturo Malagoli di 21 anni, Roberto Rovatti di 36 anni. E furono tantissimi i feriti; molti dei quali, per paura di ritorsioni, non si presentarono all' ospedale per le necessarie cure.
L'11 gennaio è giorno dei funerali; la mia mamma fa  tardi e la nonna paterna ha il suo bel daffare per rabbonire la mia fame. Quante volte ho sentito questo racconto a casa mia.Il racconto di quei giorni di dolore stupito e impetrito.BAMBINO DI MODENAPerché in silenzio, bambino di Modenail gioco di ieri non hai continuato?“Non è più ieri: ho visto la Celerequando sui nostri babbi ha sparato.Non è più ieri, non è più lo stesso:ho visto, e so tante cose, adesso.So che si muore una mattinasui cancelli dell’officina,e sulla macchina di chi muoregli operai stendono il tricolore.”
Gianni Rodari, “Bambino di Modena”-1950****9 gennaio 1950-9 gennaio 2011
I SEI RAGAZZI DELLE FONDERIE

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