Il titolo del post di Gilioli è: i sette del gruppo selvaggio.
Riporto il testo perché penso sia importante leggerlo e rileggerlo.
Ne esce la solita Italia in cui appaiono come miracolosi personaggi che hanno contribuito a mandare in rovina il nostro paese.
Il capobanda: un ex discepolo di Arnaldo Forlani ed ex alleato di Silvio Berlusconi, imparentato con una potentissima famiglia di costruttori ed editori, che sta concludendo in questi mesi la sua ottava legislatura da parlamentare.
Il businessman: un aristocratico ex presidente di Confindustria nonchè ex amministratore delegato della Fiat e nei Cda di un’altra dozzina di aziende foraggiate dai contribuenti, noto per aver intascato quattrini per presentare un imprenditore torinese agli Agnelli, oggi paladino della meritocrazia.
Lo stratega: un ex presidente della regione Lombardia in quota De Mita, in Parlamento soltanto da vent’anni, a lungo alleato di Berlusconi, oggi però assessore di un sindaco ex deputato di Rifondazione, naturalmente provvisto di doppio incarico.
Il nome di prestigio: un ex sottosegretario democristiano di 75 anni che fu costretto a dimettersi per i suoi rapporti strettissimi con la P2, in Parlamento dal 1972, poi ministro di Berlusconi, oggi pronto al fugone.
Il banchiere: un McKinsey-boy che ha attraversato mezzo capitalismo italiano, per poi privatizzare l’Alitalia con i nostri soldi su mandato di Berlusconi, attualmente ministro e considerato un eccellente candidato premier da Cl.
Il filosofo: un altro ex alleato di Berlusconi, che però poi ha fatto nascere il governo D’Alema, poi è tornato con Berlusconi diventandone ministro, poi ha di nuovo rotto con Berlusconi, noto per aver proposto l’istituzione di una gelateria a Montecitorio.
Il rimorchio: un ex segretario del Msi che definì Mussolini ‘grande statista’, poi però decise che il fascismo era ‘il male assoluto’, intanto è in Parlamento da tre decenni di cui una dozzina trascorsi al governo con Berlusconi, durante i quali ha firmato le due peggiori leggi della storia italiana sull’immigrazione e le droghe.
Leggete, rileggete e diffondete.
PS: questa roba qui piace a D’Alema e tutti quei dirigenti nazionali che temo di vincere, tanto per cambiare.