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I Signori della Strada – XXV

Da Albix

londonCosì dicendo, Terry lancia il suo sguardo acuto sul cortile prospiciente l’ampia vetrata. Come evocato dalle sue parole, eccolo scendere con un balzo atletico da una fiammante Range Rover di colore bianco.

Brian Brook, il Boss, il Numero Uno, il Grande Capo, il Padrone, come lo definisce con ammirazione Terry di volta in volta, è un uomo sui quarantacinque anni, massiccio, dal colorito bruno, affabile nei modi ed alla mano, nonostante sia evidente nel suo agire, il tratto deciso di chi ha il tempo contato ed intenda farlo fruttare al massimo.

Ingenuamente gli osservo il naso: ciò perché Bob, parlandomi di lui, tra le altre cose, più o meno insulse, mi ha sottolineato il fatto che è “Jewish”, accompagnando la parola con un gesto della mano destra, chiudendone le cinque dita all’altezza della punta del naso, quasi ad indicare un’immaginaria propaggine che lo rendesse più lungo, senza peraltro che nella sua voce cogliessi alcun accento particolare, se non una modulazione, quasi un abbassamento del suo tono, come quando si dice qualcosa e non si vuole che altri, oltre all’interlocutore, possa udire quanto diciamo.

Terry mi presenta il Boss, sottolineando il fatto che sono italiano, come le macchine dei gelati. Ben Brook mi dice che ha sentito parlare molto bene di me, sin dalla passata stagione, quando non ebbe modo di conoscermi. Contraccambio il suo sorriso cordiale, chiedendomi se la mia presenza sia un caso oppure una specie di promozione.

La riunione acquista una certa ufficialità quando, finiti i convenevoli di rito, il Boss si siede alla scrivania principale, quella a ridosso della vetrata, in fondo alla sala.

Parla brevemente, raccomandandoci la massima cura nella tenuta della pulizia delle macchine e del posto vendita ed istituendo un premio settimanale di 5 sterline per il punto vendita più pulito.

Parla poi di programmi a breve, a medio e a lungo termine; e già il discorso non mi interessa più.Conclude dicendo che organizzerà una grande festa a fine stagione e si dichiara a nostra disposizione per ogni e qualsiasi problema, per il tramite di Terry, il suo valido e capace manager. Prima di andar via si intrattiene ancora un po’, sulla soglia, con Terry, che lo ascolta, penso, come Mosè deve avere ascoltato il Padreterno sul Monte Sinai.

Poi lo vediamo rimontare sulla sua auto fuoristrada. Ci fa un rapido gesto con la mano, concludendo la manovra di uscita dal parcheggio e riparte, roboando, ai suoi numerosi affari: so che oltre ai gelati, è socio in numerose attività commerciali e finanziarie.

Un grande uomo, una personalità emergente, come sussurra Terry nel contraccambiare con la mano il suo lontano commiato.

……continua…….


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