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I Signori della Strada- XXXVIII e Ultima Puntata

Da Albix

thumbnailCA0YQ9YBQuell’anno, dicevo, ero tornato sulla strada a lavorare per la B.B.C.. Ma com’era cambiata Londra! Uno street-trader autentico, che si rispetti, può capire meglio di chiunque altro come vive un Paese, un popolo, una città. Perchè egli sta a contatto con la gente, nella strada, ne recepisce gli umori, ne saggia la disponibilità finanziaria, ne osserva l’abbigliamento, il loro modo di essere nelle ore di svago e di passeggio.

Com’era cambiata Londra! Era davvero irriconoscibile! Non si dovrebbe mai tornare nei luoghi di un sogno. A fronte di consistenti aumenti del costo della vita, i salari e le pensioni erano rimaste inalterate o quasi.

E per le strade molto meno calore, molta meno allegria. Gente scontrosa e triste; giovani sempre meno intenzionati a fermarsi in una città il cui nome evocava dei miti che si erano ormai spenti, dimenticati, morti.

No, non c’era più posto per i nostri ideali in quella Londra. Tutto era più duro, più violento, a cominciare dal look dei “Punks”, sempre più sgradevoli a vedersi; dalle azioni della Polizia, diventata di colpo più repressiva, contro i Giamaicani dei quartieri neri, contro i giovani studenti di Portobello,  contro i proletari, gli squatters, i bohemiens, i barboni, gli emigrati, i disoccupati, sempre più numerosi e disperati.

in questo quadro è  chiaro che per contrasto risaltavano maggiormente le lussuose Rolls Royce, le vetrine con gli oggetti di lusso a prezzi proibitivi, i locali esclusivi e tutto il resto.

Ah, non t’avessi mai più vista Londra degli anni d’oro! Che angoscia oggi vederti così mutata, così violenta, così fredda.

Tu che ci confortavi, tiepido e confortevole seno,  noi giovani confusi alla ricerca del senso della vita, noi senza meta, noi speranzosi viaggiatori d’Europa.

Noi illusi alla ricerca dell’agognata libertà, che ci sembrava di trovare nella musica dei tuoi figli migliori; tu, speranza che ci nutrivi,  tu, fede che  ci saziavi, che ci accoglievi nelle case che conquistavamo, nelle strade che dominavamo, nei concerti,  negli stadi, nelle isole, nelle piazze.

Misteriosa, affascinante, magica Londra, che guidavi i nostri passi sicuri, fedeli, pur nei caldi fumi e nelle fredde nebbie!

E dove siete, amici?

Questi, ed altri malinconici pensieri accompagnavano i miei passi in quell’anno che ero tornato a lavorare per la Brian Brook Company.

C’era ancora, è pur vero, la vecchia incrollabile solidarietà che mi aveva legato nella mia precedente esperienza ai colleghi “street’s traders”, a quei “signori della strada” di cui anche io avevo fatto parte, ma ora tutto mi appariva diverso ed essa, da sola, non poteva bastare a colmare il grande vuoto che gli innumerevoli cambiamenti avevano prodotto nell’ambiente londinese.

Poichè tornare indietro è sempre e in ogni caso un errore, decisi di andare avanti.

Alla fine della stagione, con i soldi che sarei riuscito a risparmiare, avrei comprato un biglietto d’aereo per un viaggio intercontinentale e sarei partito, deciso a superare l’oceano, qualsiasi oceano, e non più solo il mare.

Ma ciò che avvenne in seguito fa già parte di un’altra storia.

FINE

 


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