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I social network ci rendono “asocial”?

Da Psytornello @psytornello

I social network ci rendono “asocial”?

Qualche giorno fa, in metropolitana, osservavo i miei “compagni di viaggio” e ho notato con un certo stupore che quasi tutti erano intenti ad armeggiare con il loro cellulare, con un Ipad o altro ritrovato della tecnologia. Ho intravisto qualcuno alle prese con Facebook e non ho potuto fare a meno di sorridere notando il contrasto tra la solitudine in cui ciascuno era immerso, l’estraniamento rispetto alla realtà circostante e il significato del termine “social network” (letteralmente rete sociale).

Mi sono chiesta se davvero questo portale e il mondo web in generale ci consentano di instaurare relazioni autentiche o se in realtà rendano ognuno di noi un po’ più asociale. Ho anche pensato al modo in cui si stringono relazioni di amicizia: prima su Facebook poi, in seconda battuta, nella realtà. E cosa dire della frase oramai consueta: “Ma come mai non ti ho tra i miei amici su Facebook??”, come se dichiararsi amici lì fosse il solo viatico per un rapporto autentico. Per non parlare poi di quando qualcuno ci arreca un’offesa: anziché cercare un confronto, lo eliminiamo immediatamente dai nostri “amici” del network!
Insomma, ho come l’impressione che la realtà venga sempre più filtrata dal web…

Non a caso in questi ultimi anni abbiamo assistito all’insorgere di una nuova patologia: la dipendenza dalla rete, che in alcuni casi è molto simile alla dipendenza da alcool o sostanze stupefacenti. Internet riserva sicuramente moltissimi vantaggi ed offre la possibilità di accorciare le distanze, risparmiare tempo e reperire immediatamente una mole di informazioni sino a qualche anno fa inimmaginabile ma, come per tutte le cose, può avere delle controindicazioni legate ad un uso eccessivo.
Ma perché ci si appassiona tanto al web? Perché la rete permette di vivere moltissime esperienze rimanendo comodamente a casa, quindi in un ambiente protetto e con un’esposizione minima. E’ possibile creare un’identità alternativa, magari completamente opposta a quella reale, aumentare così la propria autostima proponendosi agli altri in un modo del tutto nuovo, mantenendo però una “distanza di sicurezza”. Non ci si guarda negli occhi, non ci si tocca, non si ascolta la voce del nostro interlocutore, però la rete ci consente di essere ciò che vogliamo, dove e quando lo desideriamo, pur rimanendo nei pochi metri quadrati della stanza in cui è presente il nostro computer.

Qual è il rischio? Innanzitutto è bene sottolineare che la dipendenza può riguardare non solo gli adolescenti, ma anche gli adulti. Il rischio è di perdere la dimensione del tempo e di trascorrere ore e ore al terminale, riducendo drasticamente il numero delle esperienze reali. Ci si può ritrovare ad isolarsi completamente dagli affetti più cari, a smettere pian piano di uscire di casa, a mettere a repentaglio gli impegni più importanti della propria vita, lavoro compreso.
Individui con diagnosi da dipendenza da internet hanno raccontato di aver preso giorni di mutua in modo da non allontanarsi dal proprio computer ed essere continuamente connessi. Oltre alla dipendenza da “social network” sono state identificate anche:

 - dipendenza da gioco d’azzardo;
- dipendenza da siti pornografici;
- dipendenza da videogames;
- dipendenza dalla ricerca compulsiva di informazioni (information overload).

Cosa fare? Se ci si rende conto che internet sta prendendo il sopravvento sulla propria vita, che la lontananza dal pc genera rabbia, aggressività o insonnia, allora è importante rivolgersi ad uno specialista. In Italia sono già presenti diversi Centri per la Dipendenza da Internet all’interno dei quali lavorano valide equipe di terapeuti. Il confronto con un professionista del centro permette di individuare eventuali problematiche antecedenti la dipendenza dalla rete e di intraprendere un vero e proprio percorso di disintossicazione che consenta anche un recupero della comunicazione interpersonale autentica, non mediata dal computer. Ovviamente, come per l’abuso di alcool o di droga, è fondamentale la motivazione dell’individuo per il buon esito dell’intervento.

Ecco i riferimenti del Centro Nuove Dipendenze aperto recentemente a Torino:

Ospedale San Giovanni Battista di Torino (Molinette) – telefono per prenotazione prime visite: 0116332220 (Centro Unificato Prenotazioni) lunedì-venerdì 13.30-16.30 – fax 0116335838. Per prenotazioni di persona: corso Bramante 88/A – 10126 Torino – Orario sportello: lunedì-venerdì 8.15-13.15 -E-mail per prenotazioni: [email protected]


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