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I sogni segreti di Walter Mitty: la recensione del film di Ben Stiller

Creato il 16 dicembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

16 dicembre 2013

“Quella canzone non la capiscono. È una canzone che parla di coraggio, di sfidare l’ignoto” dice Cheryl a Walter, il protagonista de I sogni segreti di Walter Mitty, il nuovo film di e con Ben Stiller. Sta parlando di Space Oddity, la canzone di David Bowie (ma lei la chiama Major Tom…) che il nuovo capo di Walter ha appena usato per deriderlo, usando la famosa frase “can you hear me Major Tom?” (mi senti Major Tom?). Sì, perché Walter in effetti non lo stava ascoltando: era in uno di quei momenti in cui si era incantato. Walter è un sognatore ad occhi aperti, uno che si immagina storie fantastiche in cui è un eroe, o semplicemente padrone della situazione, o è semplicemente amato da Cheryl. La realtà è invece che Life, il giornale dove lavora come photo editor, è stato rilevato da una società che lo vuole far diventare on line, con i licenziamenti del caso. Walter dovrà trovare il negativo del famoso fotoreporter Sean O’Connell per l’ultima copertina di Life. Come Space Oddity, Walter non è capito dal mondo in cui vive. E per questo si rifugia in un mondo altro.

Remake-non remake di The Secret Life Of Walter Mitty (da noi Sogni proibiti), musical del 1947 con Danny Kaye, I sogni segreti di Walter Mitty è una commedia agrodolce con alcuni sprazzi di cinema action e notevoli effetti speciali. Se la prima parte vive sul divertente contrasto tra le situazioni immaginarie e l’ordinaria realtà (schema già visto ne L’età barbarica di Denis Arcand e anche in Sogni mostruosamente proibiti con Paolo Villaggio, anch’esso ispirato a Sogni proibiti), giocato molto bene grazie a notevoli soluzioni di montaggio e di effetti visivi, la seconda parte vira a sorpresa e rende la vita reale simile a un sogno, diventando una ricerca del senso della vita attraverso un misterioso fotogramma perduto (e del misterioso fotoreporter interpretato da Sean Penn). Tanto che il nostro eroe, alla prima impresa incredibile compiuta, si chiede, insieme a noi, se sia tutto vero o se sia un altro dei suoi sogni.

Non è un sogno, è tutto vero. Il film di Ben Stiller è qualcosa di più di un’ottima commedia, quelle che quando vogliono gli americani sanno fare con gusto, dove la narrazione scorre leggerissima e si segue con grande piacere. È un film che ha qualcosa di lirico. È un piccolo monumento a tutto quello che il mondo di oggi sembra voler lasciare indietro e che invece forse ha ancora un senso: i giornali fatti di carta stampata oltre alle edizioni on line, la pellicola oltre alle foto digitali. Quello che deve avere ancora un senso oggi è il lavoro delle persone, a volte prese e messe da parte come numeri, senza alcun rispetto di loro. Ma il finale a sorpresa rende onore a tutto questo.

Ben Stiller sul set di The Secret Life Of Walter Mitty

Ben Stiller sul set di The Secret Life Of Walter Mitty

Se il capo di Walter non ha capito Space Oddity (che nel film si sente, sia in originale, sia cantata alla grande da una sorprendente Kristen Wiig, che interpreta Cheryl), una piccola autocritica dobbiamo farla anche noi. Non avevamo capito Ben Stiller. Da attore, e anche da regista in film come Zoolander, ci era sembrato legato a una comicità un po’ troppo demenziale. Da regista, dalla prima prova con Giovani, carini e disoccupati in poi, ci sembrava un buon artigiano al servizio della storia e poco più. Ma con Tropic Thunder e il suo ultimo film ci siamo ricreduti. Grazie a sceneggiature molto solide è riuscito a creare prima un film nel segno dell’Altman di M.A.S.H. (Tropic Thunder) e ora un film dalle parti di Spielberg e Zemeckis. Se è vero che I sogni segreti di Walter Mitty doveva essere diretto dall’autore di The Terminal (come vi raccontiamo nelle nostre 5 curiosità), è anche vero che il film è stato definito “il nuovo Forrest Gump”. È in realtà un film molto diverso, meno universale, meno legato alla Storia con la S maiuscola, e ha un protagonista che non è ignaro del mondo attorno a lui, ma ne è ben conscio (e per questo tende a scapparne). Ma la poesia di fondo di quel film c’è. Ben Stiller potrebbe diventare un Autore. Come il Major Tom di Bowie ha coraggio, e si lancia sempre in nuove sfide.

Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net


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