Continua la saga della malasanità milanese. Una sera chiamiamo il 118 perché mio marito aveva dei dolori fortissimi all'addome che non passavano nonostante avesse preso diversi medicinali, in ultimo lo zantac. Un amico medico ci consiglia di andare all'ospedale. Arriva la squadra, composta dal capetto e tre gregari. Chiediamo di non andare all'ospedale Niguarda, quello dove metà degli operatori ha lo stesso cognome, e il capetto ci risponde che non è possibile, che le regole sono che lui ci porta all'ospedale più vicino e non si discute. Provo a spiegare che al Niguarda mi stavano mandando all'altro mondo per una crisi respiratoria che secondo loro era un attacco di panico, mentre invece si trattava di una reazione allergica ad un antibiotico. Niente da fare, il capetto fa la voce grossa, ma la cosa che mi ha colpito di più è stato vedere gli altri tre in riga a testa bassa, ma veramente a testa bassa, tanto che ho pensato ma è il 118 o l'esercito? Poi uno si fa coraggio e suggerisce che in questi casi è possibile chiamare la centrale e farsi autorizzare ad andare in un altro ospedale. Mica quello però chiama subito, preferisce polemizzare sulla sua autorità, eh già, mai mettere in discussione l'autorità di un poveretto al quale è stato dato un minimo di potere. Devo insistere per fargli fare quella telefonata ma alla fine la fa e viene autorizzata la multimedica di Sesto. Non appena il capetto si allontana un'altra dei gregarietti alza la testa per redarguirmi che le regole sono regole e vanno rispettate, loro fanno un servizio. L'ironia della sorte ha voluto che dopo un po' abbia fatto effetto lo zantac, sebbene fosse passata più di un'ora e così alla fine non siamo andati in nessun ospedale. Andati via leggiamo sul foglio che ci hanno lasciato che è possibile chiedere di essere portati in un altro ospedale . . . ergo prima di fare le ramanzine e prima di abusare del proprio potere sulle persone sofferenti è bene leggerle le regole. E' sempre più evidente che questa società è fatta di capetti e gregarietti che abbassano la testa senza domandarsi se stanno agendo bene, sono solo tanti mattoncini nel muro del conformismo e dell'indifferenza.
di Cinzia Bascetta