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I tappi nelle orecchie

Creato il 14 luglio 2011 da Ladybug
Quando io sono al lavoro, Pulcetta normalmente va all’asilo, da dove viene prelevata a metà pomeriggio dai miei genitori, che la tengono a casa loro fino al mio ritorno.Ma adesso siamo in vacanza, le scuole sono chiuse e quindi Pulcetta trascorre con i nonni tutta la giornata.
Ma ieri mattina, alle 7.30, ricevo un messaggio da mia madre: “Ho la febbre e il mal di gola”.Ovviamente certe cose capitano sempre quando ho delle scadenze in ufficio che devo assolutamente rispettare e che quindi non mi permettono di assentarmi dal lavoro. Certo, c’è pur sempre il nonno, e cioè mio padre, ma di solito è mia madre che dirige l’orchestra e lui, essendo un uomo di altri tempi, ha delle pecche da non sottovalutare: non cucina, ignora dove siano le cose di Pulcetta, è facile al pisolino pomeridiano…insomma per un’intera giornata è chiedere troppo.
Quindi non mi resta altra scelta che fare scattare il piano di emergenza e richiedere l’intervento tempestivo di Mr Arsenico. E già qui, commetto il primo imperdonabile errore di valutazione, in quanto, come già ampiamente dimostrato, l’aggettivo “tempestivo” nel vocabolario di Mr Arsenico, non esiste. Cito dal Devoto Oli: “tempestivo. Agg. Presente o compiuto al momento opportuno. Es: Il tuo aiuto è giunto proprio tempestivo.”E così, fiduciosa che tutto si sarebbe risolto in breve tempo, lo chiamo sul cellulare per richiedere la sua presenza. Dopo 10 squilli nessuna risposta.Riprovo dicendomi che magari non ha sentito. Ma dopo altri 15 squilli, ancora nessuna risposta.Seguono altri quattro vani tentativi di mettermi in contatto con lui, quando comincio a sospettare che Mr A tolga la suoneria prima di andare a letto.Questo dubbio comincia a farmi ribollire il sangue, ma cerco di mantenermi calma e compongo un sms, sperando che vedendolo capisca l’urgenza della situazione: “Emergenza! Chiamami appena leggi il messaggio”.Nel frattempo arriva mio padre, di Mr A nessuna traccia e io vado al lavoro sempre sperando in una telefonata risolutiva.Che ricevo alle ore 10.30.Esattamente tre ore dopo che ho fatto scattare il piano di emergenza (cito sempre dal mitico Devoto Oli: Emergenza: s.f. 1. Circostanza imprevista: bisogna essere pronti a tutte le emergenze. 2. Situazione di crisi o di pericolo).E tutto perché Mr A – apprendo con sgomento – dorme con i tappi nelle orecchie per non sentire le chiamate (immagino che debba ricevere telefonate a getto continuo all’alba per optare per una decisione tanto drastica).
Ora io dico:hai una (ex) moglie e una figlia che vivono sole, e tu ti permetti di dormire con i tappi nelle orecchie? Io ho bisogno di te alle 7.30 del mattino, circostanza che capiterà una volta all’anno se è tanto, e tu mi richiami tre ore dopo che io ti lancio l’SOS?Ok, non si trattava di una vera e propria emergenza. Ma…e se lo fosse stata?Se avessimo ricevuto la visita notturna di un ladro che oltre alla TV, all’argenteria e ai gioielli, voleva portarsi via anche la mia collezione di scarpe firmate?
La mia reazione è stata immediata e incontrollata e, ancora una volta, ha fatto emergere la Ladybug scurrile che alberga in me.“Tu adesso mi ascolti attentamente e quei cazzo di tappi li butti immediatamente nel cesso. Dopodiché prendi il tuo stronzo cellulare, metti il volume al massimo e cambi la suoneria: se vuoi mettine una che ti faccia capire che sono io, metti la colonna sonora di Profondo Rosso, l’ultima canzone di Tiziano Ferro, Topo Gigio che ti avvisa che ti suona il telefono, Berlusconi che grida “Cribbio rispondi!”. Insomma, fai come cazzo ti pare, ma dopo due squilli al massimo devi rispondere!!! Sono stata abbastanza chiara???”
Sì. Ho scoperto che sono stata abbastanza chiara. Perché per accertarmi che il concetto fosse pervenuto al destinatario, stamattina alle 6.00 ho provato a chiamarlo e mi ha risposto.Dopo tre squilli, ma ho preferito non essere troppo pignola.Resta il mistero sulla suoneria scelta per identificarmi.

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