Pagg. 333-334: «Anche nella cappella di Cressac viene ricordata una battaglia, quella della Bekaa (Buqaia) del 1163. In quell’anno il sultano Nur al-Din stava stringendo d’assedio la fortezza ospedaliera del Crac des Chevaliers, quando giunse in aiuto l’esercito di Ugo di Lusignano e di Goffredo Martel, di ritorno da un pellegrinaggio, che costrinsero i musulmani a fuggire in direzione di Homs; al combattimento prese parte anche un forte contingente dell’Ordine, guidato dal «commendatore del Tempio di quelle parti (Tripoli), di nome Gilbert de Lacy, nato in Inghilterra, uomo nobile ed esperto nelle armi», come racconta Guglielmo di Tiro nella sua cronaca.
Il ciclo pittorico, collocato sulla parete nord della cappella, si sviluppa su due fasce di circa sedici metri di lunghezza e tre di larghezza. In quella superiore sono visibili alcuni cavalieri che escono da una città, forse Gerusalemme; benché portino tutti la croce rossa sulla cotta d’arme sono tutti da identificare con i crociati di Ugo di Lusignano. L’unico templare, di sicura raffigurazione, è quello in posizione di carica, al centro della striscia superiore: oltre alla croce rossa sullo scudo, ne porta un’altra sul pennoncino bianco della lancia, come previsto dalla Regola: «Il comandante di ogni squadrone deve avere un gonfalone arrotolato intorno alla lancia» (art. 166)».
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