I tratturi di Roma

Creato il 07 marzo 2011 da Riprendiamociroma

Quelli che vedete sono i marciapiedi di Via Ramazzini che costeggiano L'Ospedale San Camillo. Marciapiedi percorsi ogni giorno da centinaia di persone, per lo più anziani, che si recano all'ospedale per fare delle visite o per andare a trovare parenti o amici. E che rischiano di restarci all'ospedale, dopo essersi sfracellati a terra percorrendo questi residui di marciapiede. Forse non è nemmeno corretto chiamarli marciapiedi. Dovremmo chiamarli tratturi, sentieri, mulattiere. Guardate in quale stato di indicibile degrado versano, da anni ormai. Triturati dalla pioggia, spaccati dal sole e dalle radici degli alberi. Già, dalle radici degli alberi. Chi mai avrebbe potuto immaginare che gli alberi avrebbero devastato il marciapiede? E infatti in tutto il mondo questo non accade. Quando si pianta un albero così, nell'asfalto, si deve fare attenzione a come potrebbero crescere le radici. In tutto il mondo civile si prendono particolari accortezze nella scelta delle alberature e nella piantumazione, e si posizionano delle griglie di ferro su un raggio circolare sgombero dal cemento per evitare simili disastri. Qui da noi no, si piantuma a cazzo di cane, per incompetenza, menefreghismo e sciatteria. Ormai la frittata è fatta, e l'unico rimedio sarebbe quello di sradicare gli alberi, rifare il manto dei marciapiedi a regola d'arte e ripiantare gli alberi. Soluzione impossibile e quindi saremo costretti a tenerci i marciapiedi così. Ma il problema non riguarda solo gli alberi. A ben guardare ci si accorge che i marciapiedi sono devastati anche laddove le radici non crescono. Guardate quelle lastre di travertino sconocchiate e lasciate lì, sporgenti, in attesa forse che qualche ragazzino o vecchietto ci inciampi sopra. Guardate che schifo. E i residenti, sempre pronti a lamentarsi se qualcuno gli costruisce un parcheggio sottoterra, hanno mai fatto presente questo problema? Quello dei marciapiedi è un problema che riguarda tutta Roma, non solo la periferia. Anche sul lungotevere, in pieno centro storico, esiste lo stesso problema. Cliccate qui e qui e giudicate voi stessi.

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