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I vescovi giapponesi sono favorevoli alle energie alternative

Da Nippolandia
Centrale nucleare

Centrale nucleare

I vescovi del Giappone si dichiarano favorevoli allo sviluppo di energie alternative al nucleare, come ha detto il Monsignor Isao Kikuchi, Vescovo di Niigata e Presidente della sezione Asia della Caritas Internationalis, all’Agenzia Fides: “Occorre guardare al futuro e pensare con senso di responsabilità alle prossime generazioni: abbiamo l’obbligo etico e morale di proteggere l’ambiente e la loro stessa vita. Per questo è urgente fermare l’energia nucleare e investire su fonti di energia alternative”. Il Monsignore ha quindi presentato il nuovo documento pubblicato dalla Conferenza Episcopale del Giappone, “Porre fine all’energia nucleare ora: fare i conti con il disastro del tragico incidente Fukushima”, che sintetizza i lavori dell’Assemblea della Conferenza, che si è svolta nei giorni scorsi a Sendai. I vescovi chiedono “la fine immediata della produzione di energia nucleare”, invitando il paese a sviluppare “mezzi alternativi per produrre energia sicura”. Ricordano inoltre che in Giappone ci sono 54 centrali nucleari è c’è “il pericolo di un altro incidente enorme come quello di Fukushima”. Il vescovo ha poi così concluso il suo discorso: “Dopo il disastro di Fukushima si imponeva una riflessione. Chiediamo ai nostri concittadini di cambiare e semplificare lo stile di vita. Oggi la maggioranza della popolazione condivide i timori per gli effetti negativi del nucleare. Altri pensano che cambiare la vita di un intero paese sia impossibile, dunque non si possono fermare le centrali. Fra Vescovi abbiamo discusso di questo, forse avremo delle critiche, ma la realtà è che il bene più grande è la tutela della vita e la salvaguardia del Creato. Abbiamo il dovere di dirlo. Chiediamo al governo di investire di più sulle nuove fonti energetiche, come quella solare. Certo, il nostro documento non vuole essere politico ma di natura religiosa e sociale. Confidiamo nel sostegno dei credenti di tutte le religioni”. (Fonte: Fides.org)


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