La necessità, però, aguzza l’ingegno e se c’è chi non viaggia più per
diletto, c’è chi lo fa per risparmiare. Magari sulle cure dentarie. Ecco, così, (ri)spuntare alla Bit dove avevano fatto la propria comparsa nella scorsa edizione, nella sezione europea di “The World”,
alcuni stand di turismo dentale. Sì, proprio dentale.
Uno, in particolare, promuoveva una clinica di
Budapest (ma tutto l'Europa dell'est pullula) promettendo un risparmio dal 50 al 70% per le
cure odontoiatriche e pacchetto turistico incluso. Decisamente trash il gadget riservato ai visitatori comprendente anche il bicchiere (non usa e getta) per il risciacquo della bocca, detestato tanto quanto la sedia del dentista che, adesso, però potrebbe cinicamente essere uno dei modi per fare vacanza.
«La clinica offre rimborso taxi, una notte gratuita in un albergo convenzionato, guida italiana
e, nel caso che si decida per le cure, anche il rimborso del volo», spiega David De Maria, 33enne palermitano, che ha fatto di
necessità virtù riciclandosi, dopo qualche anno di lavoro nei servizi turistici, come «agente italiano di una clinica ungherese» che «è certificata Iso 9001» sottolinea mostrandone un plastico in stile Porta a Porta.
«Mia mamma è
ungherese e da anni mi faccio curare i denti a Budapest – racconta -. Ho
cominciato col consigliare il turismo dentale ad amici e parenti, poi ne ho
fatto la mia professione. Dall’Italia sono circa 500 i pazienti che,
mensilmente, raggiungono la clinica e tanti sono siciliani. Non è utopia,
quindi, pensare di organizzare un business in crescita».
E se fino a un anno fa
David cercava di portare a Budapest il singolo cliente, adesso il suo obiettivo
sono le agenzie di viaggio. «Che, vista la crisi - conclude con lungimiranza - potrebbero
specializzarsi nel turismo dentale». Perché ormai si viaggia solo per risparmiare. A patto, naturalmente, di avere qualche dente da farsi curare.
Twitter @mariellacaruso