Magazine Cultura

I vizi radicati nell’amministrazione e nell’istruzione italiana

Creato il 26 settembre 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

maria_montessori_5

Nel volume “È in sostanza un problema di libertà. Vita e ideali di don Luigi Sturzo”, scritto da Marco Vitale e Alfredo Rivoire e dedicato alla figura del sacerdote di Caltagirone, è contenuto in forma ridotta il copione della pièce teatrale “Libero e forte” di Rivoire, messa in scena il 15 maggio 2009 nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Nell’opera viene ricostruito e riproposto l’incontro tra Sturzo e Maria Montessori del 21 giugno 1925 a Londra. I due si erano conosciuti a Roma nel 1907, quando l’istitutrice lo aveva accompagnato a visitare la sua scuola nel quartiere di San Lorenzo. Sturzo rimase molto ammirato dal lavoro svolto nell’istituto. Quasi vent’anni dopo, nel giorno di San Luigi, il sacerdote, esule in Inghilterra, si vede recapitare un mazzo di garofani bianchi: glieli manda proprio la Montessori, e i due si rincontrano.

Riportiamo di seguito la ricostruzione del dialogo (le parti in corsivo sono tratte dai testi originali di don Sturzo, mentre il resto è stato leggermente modificato per esigenze di copione), perché crediamo che il discorso intorno all’educazione e il rilevamento di alcune problematiche – in particolare i riferimenti alla pesantezza burocratica e alla partitocrazia – rimangano ancora estremamente attuali, a dimostrazione di una sostanziale continuità storica (alla luce del gattopardesco “Cambiare tutto per non cambiare niente”) in alcuni settori della struttura amministrativa italiana.

Sturzo: – Cara Maria, come potremo preparare i giovani e le nuove generazioni alla fiducia nella libertà se oggi non si è capaci di rivendicare questa libertà e riaffermare con coraggio la personalità umana soffocata dalla partitocrazia? Ecco il problema della classe politica del futuro.

Montessori – Vede, don Luigi: io credo nel libero sviluppo della personalità in un ambiente stimolante e aperto. Purtroppo la scuola è diventata quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dare fastidio. Oggi in Italia si va verso la militarizzazione dell’infanzia: Figli della Lupa, poi Balilla e poi Giovani Italiani, affinché possano entrare nella milizia fascista. C’è un’educazione militare che ha per base un elemento di immoralità: guerra offensiva e di conquista, come scopi permanenti. Fin da piccoli si parla loro di nemici da combattere ed odiare, piuttosto che di prossimo da amare. Finché la scuola in Italia non sarà libera, neppure gli italiani lo saranno. Essi diverranno solo servi dello Stato o del partito. La scuola vera, libera, gioiosa, fatta di entusiasmi giovanili, sviluppata nel giusto ambiente, con insegnanti che siano veri educatori, non può germogliare nell’atmosfera pesante creata dai burocrati.

Sturzo – Maria, sapesse come sono d’accordo! Se nelle scuole si imparasse a vedere la società come il luogo in cui l’uomo si evolve e si realizza storicamente, per rivolgere la sua attività al maggior profitto comune, solo allora l’alunno comprenderebbe assai meglio se stesso come uomo, la sua ragion d’essere, il momento storico nel quale egli vive, le prospettive di una utilità comune e i mezzi per perseguirla effettivamente. Chi sa leggere la storia vede che l’odio fra gli uomini è nato dalla paura e l’amore dalla conoscenza reciproca; l’odio dell’egoismo che segrega, e l’amore dell’altruismo che salda i contatti e li rende efficaci.

Il dialogo prosegue con la constatazione da parte dei due protagonisti dell’incomprensione ricevuta nei confronti del loro impegno e delle loro proposte; Sturzo sottolinea che si suoi scritti sono stati valutati e letti solo come un prodotto polemico e occasionale. Pochi, assai pochi, hanno penetrato il mio pensiero e la ragione dei miei atteggiamenti”, e il fondo del suo pensiero “è rimasto lì, proprio in fondo, senza che sia stato compreso nel suo giusto valore né da amici né da avversari”.

Tuttavia, il sacerdote sottolinea la necessità di “combattere per dare un futuro diverso agli uomini e alle donne del domani, affinché essi possano avere consistenza e continuità nel loro agire, in modo da realizzare quegli ideali di libertà, giustizia sociale e serenità interiore che fanno distinguere ed elevare spiritualmente la persona umana”.

Sturzo si domanda come mai in Italia il metodo Montessori – che negli Stati Uniti è invece molto diffuso – non abbia preso piede. La risposta che si dà “è sempre la stessa: manca la libertà, anche nella scuola. Si vuole uniformità, imposta dall’alto dalla politica. C’è troppa diffidenza e pregiudizio sullo spirito di libertà e autonomia”.

MC


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :