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I Wu Ming continuano ad avere un mal de panza epico

Creato il 16 febbraio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

I Wu Ming hanno il mal de panza. Probabilmente colite cronica. Non gliela fanno proprio più: impossibile dire quante scariche al giorno, quanto meteorismo sfogano nell’aria già tanto inquinata. Ma il vero dramma è che nessuno gli regala (a testa) una bella scorta famiglia di carta igienica, così sono costretti a pulirsi il deretano arrossato di brutto con ortiche e altre stravaganti foglie raccattate per i campi ma non per questo meno irritanti. Chiunque parli del New Italian Epic e non si trovi d’accordo con il loro “pensiero vuoto fatto di niente” viene automaticamente bollato, messo nella lista nera. E non contenti tentano pure di appiccicargli addosso una macabra lettera scarlatta, una W stalinista e cattocomunista: che è dono non gradito da tutti e subito rispedito al mittente.

I Wu Ming non riescono a fare proprio a meno della vigliaccheria. Attaccano il sottoscritto con queste parole in un loro macabro pezzo apparso sulle colonnine di Carmillaonline:

I Wu Ming continuano ad avere un mal de panza epico

“Ma perché quelli s’incazzano tanto?”
Perché, forse l’avete notato, s’incazzano. C’è addirittura chi incita a togliere le copie di New Italian Epic dagli scaffali e nasconderle sotto pile di altri libri. Come? Sì, certo che è vero.

Ma si guardano bene dal fare nome e cognome chi democraticamente invita il pubblico a boicottare il NIE… par si tratti di un troll, un brutto ceffo davvero che di cognome fa Iannozzi e di nome Giuseppe. In maniera molto proditoria sottolineano che c’è chi incita a togliere le copie di New Italian Epic, dopodiché ti dicono: come? non ci credete? Noi che siamo i Wu Ming le bugie non le diciamo. Abbiamo nasi lunghi e gambe corte – gambe buone per dei focomelici -, siamo sì dei pinocchi malfatti, però la nostra faccia di legno, in questa Italietta di mascherine ceroni e lifting, ce l’ha scolpita Mastro Geppetto in persona con le sue proprie esperte e callose mani, facendo particolare attenzione… ai nasi ovviamente, che avevate pensato, maniaci di merda? Nasi che sono importanti sul serio, così tanto che la Fata Turchina appena li ha visti ha subito provveduto: si è seduta con il suo bel culetto tondo sulle nostre facce di legno e urlando ai Sette Cieli un’epica formula magica ci ha fatto allungare i nasi a dismisura.

Mi sono perso… dicevo dunque che i Wu Ming non potrebbero mai nascondersi dietro un dito, non è da loro: hanno una tradizione secolare alle spalle, quindi offrono un indizio, o meglio una chiave di ricerca: “boicottare il New italian epic in libreria”. Provate a inserire questa chiave di ricerca in un motore di ricerca, ad esempio Google: il risultato vi lascerà a bocca aperta.

Geniali!
Grandi!

Immensi… anzi: illuminati d’immenso questi Wu Ming!
In una parola sola: epici fino alla fine dei tempi, cioè di loro stessi che dicono d’essere l’Alfa & l’Omega, Cristo risorto e Stalin risorto, solo che quest’ultimo invece di moltiplicare dei semplici pani e pesci è stato più capace del figlio di Dio, ha difatti moltiplicato i gulag, la censura e non da ultimo ha condannato migliaia di oppositori a morte.

Uno degli ultimi catastrofici titoli mandati in libreria dal collettivo Wu Ming è un lavoro solista, quello di Wu Ming 4, che in realtà è Federico Guglielmi all’anagrafe. Però non è da escludere che sulla carta di identità abbia fatto scrivere alla voce “segni particolari: epico”. Era ieri che dicevo di questo ennesimo epico disastro:

Se all’inizio Guglielmi riesce ad obnubilare la mente ricorrendo ai fumi del flashback, presto ci si rende contro che l’impresa titanica in cui l’autore si è cimentato l’ha lasciato esangue vittima in trincea, mentre John Ronald Reuel Tolkien ha continuato imperterrito a sognare le sue creature fantastiche – che negli anni susseguenti alla 1a Guerra Mondiale entreranno a far parte della Terra di Mezzo, del ciclo dedicato a Il Signore degli Anelli. E non basta davvero l’apparenza che “le fiamme del falò prendono le forme di cavalieri di ferraglia, che vanno a farsi la tana tra gli sciacalli”: manca difatti la sostanza, che non può essere mera illusione, come invece vorrebbe farci credere Wu Ming 4.
T. E. Lawrence, meglio conosciuto come Lawrence d’Arabia, è meno d’un’ombra che rimane incollata alla sua poltrona, con “una gamba penzolante dal bracciolo, la mani giunte sullo stomaco. «Ho toccato il fondo, credo. E ho capito che non aveva senso. Bisogna risalire la china… Mi hanno reso complice di un inganno, ma posso ancora fare abbastanza rumore da scuotere qualche poltrona… Ho finito il libro… E’ soltanto una bozza, c’è ancora molto lavoro da fare. Non so ancora se lo pubblicherò».” Per Saladino!, il Lawrence disegnato da Federico Guglielmi più che combattere contro il suo lato oscuro, per far emergere dalle latebre umane l’integrità de Sé, lotta per non perire sotto il peso delle pagine del suo libro che gli editori “pagherebbero oro per pubblicarlo”. I sette pilastri della saggezza è libro di memorie pubblicato in maniera integrale solo dopo la morte di Lawrence. Nell’incidente di Deraa, che Lawrence racconta nei Sette pilastri, l’avventuriero spaccone e masochista che c’è in lui viene fuori (come) vittima di abusi sessuali da parte dei turchi mentre era di essi prigioniero. Nel ’35 Lawrence ha un incidente in motocicletta, che per alcuni non sarebbe stato del tutto casuale. Entra in coma il 13 e muore il 19 maggio. Ma Wu Ming 4 ci racconta, per sommi capi, troppo avvolti da fumi e nebbie, la stesura dei Sette pilastri, perlomeno questa è la pretesa: il risultato è una storia di epitaffi ammassati l’uno sull’altro, privi di pathos e di qualsiasi traccia di poeticità. Eppure era nelle intenzioni di Lawrence, con i suoi pilastri, restituire di sé un’immagine squarciata da lampi poetici: e difatti cosi è nella versione integrale dei Sette pilastri. Il fallimento narrativo è tutto di Wu Ming 4, che in Stella del mattino, a tutto discapito della narrazione, celebra il suo personalissimo narcisismo cerebrale e null’altro.
Nel freddo arido pastrocchio tirato su da Wu Ming 4 fanno la loro comparsa anche Clive Staples Lewis, nonché Robert Graves. Tutti incontrano un Lawrence che dovrebbe segnare le loro vite. In realtà incontrano solamente la sua ombra, la più asettica e barbosa.
Wu Ming 4
non poteva far di peggio…

Mi sbagliavo. Lo ammetto, mi sbagliavo. Al tempo non ero ancora informato che in libreria sarebbe arrivata la pubblicità firmata dal collettivo Wu Ming, pubblicità pubblicata dall’editore Einaudi, nella collana Stile Libero che dal marzo 2008 si avvale della consulenza di un certo Giulio Mozzi.

Dunque i Wu Ming inondano le librerie con la loro pubblicità al modico prezzo di 14,50 Euro.

I Wu Ming sono stati stroncati da tutti i critici che contano, da Carla Benedetti a Emanuele Trevi. E sono stati cestinati anche da quel brutto ceffo di Iannozzi Giuseppe, il più indigesto e censurato opinionista libero che il mondo delle Lettere dalla A alla Z abbia mai avuto. O meglio ancora: il più epico critico che sia mai esistito sulla faccia della Terra.
A questo punto io ai cinque Wu Ming posso solo augurare di guarire dal loro mal de panza: dei fermenti lattici vivi potrebbero forse fare al caso loro. E’ comunque consigliabile una visita dal gastroenterologo, che a sua discrezione potrebbe ordinare a tutt’e Cinque una biopsia dell’intestino crasso e una rettoscopia. Mal che vada, i Cinque neoepici avranno comunque fatto un’esperienza nuova, cioè epica.

P.S.: I Wu Ming con i loro mal de panza sono oramai diventati ben più divertenti delle barzellette del nostro attuale Premier. Peccato che il forte meteorismo di cui soffrono renda l’aria intorno a loro irrespirabile. Praticamente letale.


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