Ian Wilmut, il pionere della clonazione: «stop alla ricerca sulle embrionali»

Creato il 21 dicembre 2011 da Uccronline

Il pioniere della clonazione, Ian Wilmut, ”papà” della pecora Dolly, si è dichiarato perplesso sull’opportunità di insistere nell’uso delle cellule staminali embrionali, dicendosi piuttosto favorevole a scommettere su quelle adulte. Attualmente responsabile del gruppo di Riprogrammazione cellulare del centro di Medicina rigenerativa presso l’Università di Edimburgo, Wilmut non è nuovo a clamorose marce indietro: nel 2007 annunciò il suo addio alla clonazione, dopo che era salito alla ribalta delle cronache mondiali proprio per aver fatto nascere con tale tecnica la pecora Dolly nel 1996. Definì «più accettabile socialmente ed eticamente» la tecnica messa a punto dal professore giapponese Shinya Yamanaka, che permetteva di ottenere cellule staminali senza passare dalla distruzione di embrioni, partendo da tessuti adulti.

Ora, in occasione del meeting annuale sulle cellule staminali in California, Wilmut è tornato a parlare espressamente della ricerca sulle cellule adulte come della più promettente nell’ambito delle staminali. Quella contraria alle embrionali, o meglio, quella favorevole alla ricerca sulle adulte è una posizione in forte aumento nel campo scientifico,  come abbiamo accennato in Ultimissima 24/10/11. Ma questo cambio di rotta da parte di Wilmut era decisamente inaspettato. Anche lui ha confermato che le staminali embrionali non sembrano mostrare prospettive positive a causa del rischio di sviluppare tumori, evidenziatosi dopo aver proceduto all’iniezione in animali. Si è detto inoltre favorevolmente impressionato dalla tecnica detta “programmazione diretta”, che prevede l’uso di cellule da tessuti adulti riprogrammate per usi specifici, senza dunque il sacrificio di embrioni, indicandola ai colleghi quale strada da seguire.

Lo scorso ottobre una sentenza della Corte di giustizia europea ha sancito la non brevettabilità di tecniche che prevedono l’uccisione dell’embrione, definendo nel concepimento l’inizio di una vita umana. Tuttavia l’ottavo Programma quadro sembra voler andare nella direzione di finanziare la ricerca che implica la distruzione di embrioni umani, ponendosi così in contrasto con quanto stabilito dalla Corte di Giustizia. Negli USA, con la presidenza Obama, le staminali embrionali sono divenute nuovamente oggetto di ricerche finanziate con fondi federali, dopo lo stop che Bush aveva imposto. Ma i dubbi sono aumentati, come dimostra la recente decisione della californiana Geron, importante azienda del settore delle biotecnologie, la quale ha annunciato di voler abbandonare i propri progetti riguardanti le staminali embrionali a favore di altri filoni di ricerca che fanno intravedere maggiori probabilità di successo.


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