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Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa

Creato il 07 settembre 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Antonella Albano Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa Cari lettori di Diario, vorrei quest’oggi parlarvi di una certa esperienza che penso di avere in comune con parecchi di voi. Le luci della sala cinematografica si sono spente e fatalmente lo schermo illuminandosi mi ha rimandato le immagini in movimento di uno degli eventi più attesi in questa fine estate. Ebbene sì, sono andata a vedere Shadowhunters. Or dunque, mi capita abbastanza spesso di essere divisa nel giudicare quello che ho davanti, deriva forse dal fatto che mi piace guardare un fenomeno da varie angolazioni, ma in questo caso, accingendomi a recensire questo film, ho deciso di trasformare in metodo questa naturale tendenza. Così ecco a voi una sorta di doppia recensione: Shadowhunters recensito dalla mia (chiamiamola così) Personalità A e poi anche dalla Personalità B. Vi prego di credere che entrambe le mie identità dissociate intendono essere assolutamente schiette e sincere. Croce sul petto.
Un’altra premessa prima di cominciare: noi, A e B, non abbiamo letto i libri della saga di Cassandra Clare – anche se ora il desiderio ci è venuto – e dunque non incorreremo nel dissidio interiore della delusione perché personaggi e storie del film sono diversi da quelli dei libri. #LiberiTutti.
Personalità A
Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa Lily Collins mi piace molto. Lo so che quest’inizio non è serio, ma io la trovo deliziosa, sopracciglione e tutto. E non è perché anch'io le porto folte, assolutamente. La trovo molto in parte. Jamie Campbell Bower è certamente adatto al personaggio, poi è bello vederlo impersonare una parte in cui è più di una fotografia semovente o uno ieratico Volturo semimuto. Non lo sentiremo cantare come in Sweeney Todd, ma ci dà già abbastanza soddisfazione in questa prima parte della saga.  Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa L’unica cosa – nella quale la mia esimia collega B sarà sicuramente d’accordo – perché diavolo non gli danno da mangiare? È TROPPO magro. A meno che per Città di ossa non si intendesse lui. Ma anche Jonathan Rhys-Meyers, insomma… non è che una povera ragazza voglia a tutti i costi dei palestrati ipertrofici, ma ecco, magari almeno una cosa normale! Aidan Turner è una meraviglia, sì. Un giorno anche noi del grande pubblico lo vedremo impersonare un essere umano normale: non un nano – per quanto particolarmente eroico – non un vampiro (come in Being Human) e nemmeno, come qui, un licantropo. È che ci sta davvero bene in questi ruoli, li capiamo quelli che fanno il casting! Lena Headey ci sta facendo il callo nel ruolo di madre non tradizionale, ma qui almeno, senza la decolorazione improbabile e la iniezione di stronzaggine Lannister, ci guadagna grandemente.
Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa Insomma questo film ha coinvolto parecchi attori dall'ottimo pedigree, usa bene le atmosfere dark, come per esempio quelle del locale newyorkese in cui magari molti troverebbero parecchio “in” (si dice ancora così?) andare a ballare. Clary Frey, la giovane protagonista, e il timido Simon amici da sempre; lei e Jace, il pericoloso shadowhunter, attratti in un niente. Nel frattempo, certo, robe strane, visioni, disegni ripetuti, fenomeni inspiegabili che dimostrano come la realtà sia sempre piuttosto diversa da come ce l’eravamo immaginata, che sia la mamma, molto meno banale e prevedibile di quanto pensassimo, che sia la pletora delle certezze in cui ci siamo crogiolati da ragazzini. È la metafora della scoperta adolescenziale del mondo che svela il marcio e il meraviglioso nei posti che meno ci aspettavamo. L’urban fantasy fornisce il ventaglio ampio di emozioni e suggestioni che già abbiamo imparato a conoscere. La guerra fra il bene e il male offre le sue rassicurazioni, persino quando l’uno e l’altro si scambiano velocemente i ruoli. La scuola degli Shadowhunters, metamorfosi della cricca più hot in cui riuscire a entrare e in cui surclassare tutti gli altri alla velocità della luce, ha il fascino del mistero e del disvelamento del mistero stesso. Ah, fossero così le scuole vere! scusate la magniloquenza, ma davvero nel fantasy troviamo le cose come le vorremmo: i ragazzi che si alzano la notte per scartabellare fra i libri e capire cose fino a quel momento rimaste nascoste. La sapienza è quella cosa che ti svela quello che hai bisogno di sapere. Gli adolescenti – ma anche tutti gli altri eh! – pensano che quello che si studia a scuola non è quello che davvero dovrebbero studiare, e invece sì, lo è, ma è mistero che viene tenuto accuratamente nascosto. Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa Un attimo di noia, confesso, mi ha preso quando l’attrazione prevedibile fra Clary e Jace ha cominciato a declinarsi, ma poi le leggi della UST, la tensione sessuale irrisolta, si sono diligentemente applicate ed ecco che “non si può”, “non si deve”, “mannaggia: un destino più forte della morte ci separa”. La lontananza cosmica e l’attrazione più forte del magnetismo funzionano alla grande e noi abbiamo materia su cui sbavare per le prossime puntate della saga. Tutto ok: sospiro di sollievo.

Mondani, demoni, vampiri, licantropi, angeli: mi ci è voluto un po’ per districarmi, ma lo spettacolo è filato liscio e i fulcri emozionali erano ben distribuiti. Simon in pericolo, Luke Garroway prima buono, poi cattivo, poi ancora buono (meno male), Valentine Morgenstern come peggior padre sulla piazza, l’attrazione disperata di Alec Lightwood, il coma di Jocelyn: il film è stato uno spettacolo che mi ha preso e mi ha fatto desiderare di vedere il seguito della storia.

Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa E lo stregone? Magnus Bane mi è parso da manuale. Il manuale del fai, vestiti e sii il contrario di quanto ci si aspetterebbe da uno stregone di antica e grande sapienza. Da rivista patinata. Rivista on line, che quelle cartacee sono per gli ultrasessantenni.

Gli effetti speciali erano al posto giusto a mio parere e i buoni e i cattivi sono ormai schierati per una battaglia che già promette colpi di scena. Posso desiderare di più?



Personalità B
Ma forse sì! Scusa se mi appendo al tuo interrogativo, esimia collega, ma… seriously? come dicono gli anglosassoni. Il genitore che colpevolmente ritarda la rivelazione della verità al figlio quante volte l’hai visto nelle fiction? E gli spettatori che si tormentano per la patente fallacia del metodo: tipo, Silente che fino ai suoi undici anni tiene Harry all'oscuro di chi lui veramente sia. Bilbo a Frodo: “Caro, ti lascio questo bell'anello” e non menziona che lo inguaierà in eterno. «Altro ufficio più grato / Non si fa da parenti alla lor prole», no? e scusami Leopardi. Già visto.
Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa
Il simbolo che la ragazza ripete fino alla nausea è preso da “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, come loro stessi dicono. L’accademia degli Shadowhunters è Hogwarts senza manco bisogno di prendere il treno, anzi Hogwarts e la casa di Sirius in un colpo solo. Perché? Mondani vs Babbani? La ricerca sugli antichi tomi riprende la sapienza che deve essere affiancata alla caccia, come stabilisce la legge degli Osservatori, e qui Giles, di Buffy The Vampire Slayer annuirebbe compunto. Il migliore amico è geloso della nuova e controversa fiamma, ecco il sempiterno triangolo – gli esempi sono addirittura troppi per farne qualcuno soltanto, ma giusto così, un paio: Elena, Stefan e Damon Salvatore (The Vampire Diaries), Sookie, Bill Compton ed Eric Northman (True Blood). Il magico portale acquoso sa un po’ di teletrasporto alla Star Trek, di passaporta di Harry Potter e pure del “bamf” di Nightcrawler degli X-Men. Gli incantesimi di protezione richiamano i fratelli Winchester di Supernatural. Valentine è il padre fedifrago, l’angelo che ha ceduto al peccato di hýbris e pure Anakin Skywalker che diventa Darth Fener.

Sulle madri si può ancora discutere, ma i padri stanno diventando una rovina, d’accordo, ma questa metafora della famiglia disgregata non è davvero troppo facile? con il dolce Luke che assume la funzione di protettore d’elezione, ma di seconda qualità, proprio come Jacob rispetto allo scintillante Edward.
Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa
La nostra eroina che, a partire da una iniziale situazione di fragilità, scopre in se stessa poteri inusitati e addirittura l’investitura della prescelta deriva da Harry Potter e Buffy Summers messi insieme, ma un po’ mi fa impressione fare questi due esempi, come se peccassi d’eresia. 

Comunque, se il fine era ottenere il cambiamento di look di Clary Fray, da bimbetta non particolarmente popolare a tipa tosta ed emo/dark, con tanto di gonna micro, c’era bisogno di fare tutto questo putiferio?


Dell’accusa di plagio a Cassandra Clare si è pure parlato non poco: non si può costruire un mondo narrativo urban fantasy senza passare al supermarket del già visto?
Conclusione
Identità dissociate per Shadowhunters – Città di ossa
E qui mi riapproprio delle mie due esimie metà, provando a tornare intera, ma pur avendo ascoltato l’angioletto e il diavoletto, stile Kronk, temo di non avere le idee più chiare. Insomma, vale la pena andare a vedere questo film? Cari lettori, la verità è che dipende da chi siete voi! Io, tutta intera, ci tornerei? Aspetterò il prossimo episodio della saga? Sì e sì. Mi piace il rimacinamento del già visto in confezione splendida? Sì infine, lo confesso, sono di bocca buona. E se volete sapere se un giorno invece mi piacerebbe potermi stupire per qualcosa di nuovo… Ma sì, come no! Le note sono sempre sette, ma le combinazioni possono essere infinite, dunque: in alto i cuori e speriamo per il meglio!

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