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Ieri sera sono andata a cena con B., la mia Amica, la mia...

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Ieri sera sono andata a cena con B., la mia Amica, la mia Sorella scelta, o -per dirla alla Grey's anatomy- la mia persona. Una che mi conosce da ventisei anni, sa tutto di me e nonostante questo le piaccio.
Le piacciono i miei casini. Le piace la mia cheesecake con le fragole a parte e non messe sopra alla torta e guarnite col tortagel. Le piace il fatto che mi piaccia il ketchup e l'aceto balsamico, e non mi impedisce di usarli, nè mi guarda male mentre me ne servo. Tanto per fare un esempio.
E a me piace lei, e non le chiedo favori assurdi a orari assurdi mentre so che sta studiando.
Mi domando perchè i rapporti debbano essere sempre così complicati da altri rapporti, quelli di forza.
Io prevalgo su di te, mi sento importante perchè l'ho avuta vinta io.
Sul ketchup, o sul cuscino, o su patetici e tardivi hobby per non sentirsi da meno degli altri.
Io tollero. E a un certo punto esplodo, perchè non mi sento apprezzata. Anche in cucina, dove entro raramente perchè tra suggerimenti velati e domande sulla ricetta a un certo punto preferisco lasciar perdere.
Come se vivessi in una casa dove vige il patriarcato, ma la dove la donna deve essere emancipata, lavorativamente e sessualmente parlando, e dove l'uomo vuol metter becco su tutto.
E la mia sempre altalenante autostima ne risente. E ora ho bisogno di sapere che valgo, per vari motivi: perchè mi devo vendere bene durante i colloqui di lavoro, e soprattutto perchè devo essere forte per la mia famiglia. Forte e positiva e ottimista. Ma questo dettaglio viene dimenticato, omesso, tralasciato.
I parenti, amici e conoscenti che leggono questo sfogo sono pregati di farsi i ..... propri.

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