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Ignavia

Creato il 21 aprile 2011 da Dallenebbiemantovane

Dovrei postare il commento all'undicesima regola di Van Dine, ma non posso. Per il semplice motivo che non l'ho ancora scritta.
La primavera mi fa sempre quest'effetto languido, ma quest'anno noto un preoccupante crollo verticale della mia produttività, o creatività, letteraria. A casa ho quattro tracce di romanzi, una più promettente dell'altra, che giacciono abbandonate ciascuna nella sua scatola.
Naturalmente quel che è scritto resta, e perlomeno le idee che ho avuto prima della débacle non me le dimenticherò: come semi, se è destino prima o poi germoglieranno.
Però mi spiace trascurare anche il blog, postando solo una recensione cinematografica o una letteraria ogni tanto. Un altro sintomo, infatti, è il fastidio per la politica. Le amministrative si avvicinano e io, che a votare sono sempre andata e andrò anche stavolta, non ho la minima voglia di leggere i giornali, di guardare i telegiornali, di guardare la tv tout court (il che potrebbe anche essere una bella notizia).
L'altra sera ho visto L'uomo senza sonno. Mi è sembrato un gran bel film, e Christian Bale con 28 chili in meno molto convincente. Però neanche lui mi ha sottratta alla mia ignavia.
Ho voglia solo di cose leggere, aeree, di piumini, profumi floreali, poesia. Qualche poemetto idiota lo compongo anch'io, ahimè, ma decisamente di natura non pubblicabile: forse il lato bello è che mi sgorgano dalle mani senza la minima fatica, e pur sapendo che non possiedono il benché minimo valore letterario, il mio sentimentalismo si appaga di sé stesso e si dà pace, senza offendere il buongusto dei miei venticinque lettori.
Invece Keats (carteggi e sonetti) si sta rivelando perfetto, sotto questo profilo. Finirò per comprare qualsiasi cosa abbia scritto quell'uomo.


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