Ignazio Visco (Governatore Banca d’Italia), un burattino senza fili

Da Pukos

Seppur i due concetti abbiano molto in comune, personalmente preferisco dire che l’ultima cosa che un uomo possa perdere sia “la dignità” e non l’onore.

Al di là della disquisizione semantica, però, il concetto che vorrei esprimere è chiaro, l’uomo, quando perde la dignità, perde la sua essenza, diventa in pratica un burattino.

Ed il fatto assume una maggior gravità se viene riferito ad una persona che riveste una “carica istituzionale”, in quel caso, infatti, l’umiliazione viene estesa anche all’istituzione rappresentata.

Ma forse la cosa va letta al contrario, forse la condizione necessaria per rivestire cariche “istituzionali” è proprio la mancanza di dignità, magari inconsapevole, forse, infatti, chi non ha dignità non è neppure in grado di capire cosa sia.

Fa certamente parte di questa categoria (degli uomini senza dignità) il nostro Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e la dimostrazione più evidente l’ha fornita proprio in questi giorni.

Soltanto dieci giorni prima dell’annuncio, da parte di Mario Draghi, del Quantitative easing, Visco rilasciava una lunga intervista al quotidiano tedesco Die Welt, nella quale cercava di “spiegare” ai tedeschi perché fosse necessario avviare un programma di “allentamento quantitativo”.

Le sue argomentazioni avevano anche un certo fondamento, egli cercava infatti di far comprendere ai tedeschi come fosse pericolosa la china deflazionistica che stava interessando i Paesi periferici, ma che, a causa del crollo dei prezzi petroliferi, non avrebbe tardato ad estendersi anche alla Germania.

Visco, poi, su un punto è stato assolutamente categorico, dato che proprio in quei giorni si stava diffondendo la voce che per avere il consenso della Germania fosse necessario che, almeno in parte (allora si parlava del 50%), il rischio dell’operazione rimanesse in capo alle Banche Centrali nazionali, egli, parlando del rischio di “frammentazione” finanziaria nell’area euro, diceva testualmente:

“Faremmo bene a mantenere le procedure che valgono per tutti i nostri interventi di politica monetaria: i rischi sono condivisi dall’Eurosistema nel suo insieme.”

Non si può essere più chiari di così, non solo egli dice che i rischi dell’operazione devono rimanere in capo alla Bce, e quindi condivisi fra tutti i membri, ma specifica, se ce ne fosse stato bisogno, che quelle sono “le procedure che valgono per tutti i nostri interventi di politica monetaria”, cioè “è quel che si è sempre fatto”.

Ebbene sappiamo tutti come è andata a finire, i rischi del Quantitative easing sono a carico delle Banche Centrali nazionali non solo per il 50%, ma addirittura per l’80%!!!

Una persona con dignità, avrebbe tuonato contro un simile affronto, un vero e proprio schiaffo dato alle parole “Comunità” ed “Unione” che rimangono così, almeno in Europa, prive di significato.

Anzi una persona con dignità non si sarebbe limitata a tuonare contro questo affronto, ma, per coerenza, sarebbe arrivata a rassegnare le proprie dimissioni, manifestando così tutto il suo dissenso.

Ed invece cosa ha fatto Visco?

Il Governatore di Bankitalia non si è limitato a dare il proprio plauso al piano annunciato da Draghi, ma ne ha tessuto lodi sperticate, sottolineando “l’ampiezza della manovra”, la sua “immediata attuazione”, ed il fatto che non si concluderà finché “non sarà raggiunto l’obiettivo”.

E la condivisione dei rischi?

Derubricata con una battuta “accantoneremo maggiori riserve”.

Insomma, l’avevamo detto all’inizio dell’articolo: un burattino!

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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