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Oggi, l'unica cosa che ancora non sappiamo è la bandierina dell'aereo che ha sganciato il missile.Ma tutto il resto, è noto da anni. L'abbattimento di un aereo civile nei cieli del Tirreno, sul punto condor.I depistaggi dei vertici dell'aeronautica militare: tracciati radar scomparsi, dati taroccati, tabulati forniti in ritardo ai magistrati (inizialmente mostravano solo la scia del T-Tigi e basta). Ufficiali e sottufficiali che quella sera erano davanti ai radar e che avevano visto, che poi han negato tutto.Le telfonate tra le basi radar, il centro di Martina Franca, lo Stato Maggiore a Roma. Telefonate dove si parla di aerei che “razzolano”, di pollaccioni, della Saratoga, del Phantom che sarebbe caduto … “stai a vedere che quello adesso mette la freccia e sorpassa” .E' tutti agli atti, già dalla sentenza ordinanza del giudice Priore (autore del libro col giornalista Fasanella).
Chiaro lo scenario di guerra, mostrato dal tabulato con i plot -17, -12 (che parlano di una classica manovra di attacco di un caccia col sole alle spalle).Scenario di guerra, per la grave tensione internazionale che stva montando nel Mediterraneo.Gli Stati Uniti alle prese con le presidenziali, con i Russi in Afghanistan, con lo scandalo Billygate. Gheddafi che, con la sua politica, che avevano suscitato le ire dei francesi (per l'appoggio alla guerra in Ciad e per lo scandalo dei diamanti di Bokassa) e degli americani stessi.La Libia, nostro partner commerciale, cui avevamo stretti legami anche militari, alle prese con focolai di rivolta ai confini con l'Egitto.Il ponte aereo dalla base di Cannon a Il Cairo, l'operazione Prod Phantom.In mezzo l'Italia, con l'ambigua politica della moglie americana e dell'amante libica. Fino a quando continueranno i depistaggi, la disinformazione, la scarsa volontà di trovare i responsabili?Il presidente Napolitano chiede di far luce sui misteri (oggi, alla ricorrenza della tragedia), eppure il servizio del TG1 non citava nulla della strage. Le solite parole di circostanza.E le solite bugie: a credere alla pista della bomba sono rimasti Giovanardi e Guzzanti (sr.), i magistrati non l'hanno nemmeno voluta prendere in considerazione. Tocca ora alla politica darsi da fare, dimostrare di avere veramente intenzione di stabilire cosa successe quella sera nei cieli che erano sotto la nostra tutela.Senza contunuare a tirare in ballo una ormai sbadita e insignificante ragione di stato, che suona sempre più come scusante delle debolezze di uno stato che non ha protetto quelle 81 persone nella notte del 27 giugno 1980.
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