Appare oggi su corriere.it un articolo sull’Ikea al quale non riesco a rimanere insensibile. L’assenza prolungata dal mio blog, da quelli altrui, da Facebook o da un semplice e normale quotidiano di carta è dovuta al nostro trasloco, che per tantissimi aspetti (imprevisti) sta prendendo sempre più la vera forma di una vera omerica Odissea. E all’Ikea posso dedicare un capitolo intermedio. Sensibili al richiamo non di sirene, ma dalla capacità di organizzazione e prezzo vantaggioso, ci siamo spesso cibati delle ormai famose polpettine svedesi. Una volta abbiamo caricato in modo assurdo la nostra vecchia Peugeot, con moglie sistemata dietro dove tutto era diventato bagagliaio. La seconda volta gita in grande stile con tanto di furgone a nolo per caricare davvero tutto e di più ( non mi è stato possibile il reclutamento di una carinissima cassiera). La terza con la nuova station, messa subito alla prova di capacità di carico con tutti i sedili reclinati a mò di piazza d’armi. Viste le strisciate della mia carta di credito il signor Ikea sarà sicuramente soddisfatto. Io lo sono stato un pochino meno quando una mattina dopo ho aperto la confezione di un armadio e la prima anta presa in mano era completamente spezzata in due. Ho rischiato la scomunica viste le mie imprecazioni. Per farla corta, telefonata al servizio assistenza clienti di Milano e corsa di nuovo a Firenze per sostituire il pezzo. Domanda: ho davvero risparmiato nell’acquisto di quel mobile?. Però devo ammettere che davvero il signor Ikea è un diavolaccio. Tu arrivi in questo mare blu e la scritta gialla di ammalia subito. Cammini per questi benedetti corridoi e subito ti rilassi. Tutto perfettamente in ordine, organizzato, semplice, preciso e pure conveniente. vedi un ambiente di 30 metri quadri, ingresso, soggiorno, camera, cucinotto, bagno perfettamente arredati e accessoriati. Ah, come starebbe bene anche a casa tua quella lampada, quel divano, quello specchio, quel portasaponetta. E quel armadio? Un tre ante scorrevoli che ti fanno risparmiare spazio? Troppo bello, troppo giusto. Sei in autostrada e ti gusti quelle gustosissime patatine (a te piacciono quelle al gusto di cipolla), si quelle che sono così salde che, sorridendo pensi siano fatte di polvere di legno. E sei felice, hai speso una cifra a tre zeri, ma hai il bagno, il soggiorno, tre camere e un pezzo della cucina nuove di zecca. L’incantesimo si rompe il giorno dopo. La casa piena di scatole e confezioni varie, ti guardi di riflesso allo specchio, con le istruzioni in mano di Aneboda, Hemnes, Billy, Helga e non sai a che santo rivolgerti.
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