Illustrazione di G.Grosz al libro Il Buon Soldato Schwejk di Jaroslaw Hasek.
Hasek ha fatto il verso ai questurini imperiali nel suo libro il Buon soldato Schwejk, e Grosz lo ha messo in commedia con le sue illustrazioni.
Avete visto che tempo fa dal 4 di novembre, San Carlo Borromeo…è non è ancora finita.
Tuoni, fulmini ,saette,ed acqua a catinelle,tanta,troppa.
Pensi al disastro in Liguria e poi ti viene anche in mente che una volta c’era una festa per ricordare i nostri Fanti ,giovani come voi che dopo tre 4 di Novembre… trascorsi sotto l’acqua e dentro il fango di una trincea, al quarto anno, vittoria o non vittoria, l’era finita.Erano ..arrivati.. all’alba,come dicevamo da soldati di leva. Un’ inutile strage come la descrisse il Papa dell’epoca,Benedetto XV e il suicidio dell’Europa civile.
Che vittoria era dunque o che pace?
« Se quasi dovunque la guerra in qualche modo ebbe fine, e furono firmati alcuni patti di pace, restano tuttavia i germi di antichi rancori »
Nessuna pace ha valore « se insieme non si sopiscano gli odi e le inimicizie per mezzo di una riconciliazione basata sulla carità vicendevole “-Papa Benedetto XV su Wikipedia.
L’altra sera mi sono visto il funerale di Francesco Giuseppe II di Austria,che potete trovare in video su Youtube,il quale entrò in guerra per nulla convinto che tutto si sarebbe risolto come i suoi generali millantavano. Il vecchio imperatore firmò di malavoglia, ammonendo i presenti con la seguente frase..
« La guerra! Lor signori.. non sanno cos’è la guerra! Io lo so … da Solferino. »
e lasciò la conduzione del conflitto ai militari, rifiutandosi di intervenire nelle decisioni delle strategie belliche. Non era d’accordo ma accettava la volontà dei più, per rispetto al Paese. Francesco Giuseppe morì al Castello di Schönbrunn il 21 novembre 1916.
Due anni dopo l’Impero degli Asburgo crollava.
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La nostra storia è costellata di episodi anche denigratori nei confronti della vecchia Monarchia degli Asbugo,della quale penso invece che gli anziani soprattutto in Est Europa abbiano trasmesso ai più giovani un ricordo di ordine e di onestà come di efficienza dell’apparato burocratico,una roccia di granito che teneva insieme fior di nazionalità diverse.
Certamente c’era del rigore necessario per mantenere l’armonia tra i vari sudditi dell’Impero ,ed al suo crollo seguirono esplosioni nazionalistiche ed indipendentistiche partitarie,messe infine tutte a tacere dal sistema sovietico.
La guerra del 15-18 in Austria-Ungheria ,almeno,fu giudicata un errore voluto dalle alte gerarchie militari per cercare di ristabilire una credibilità dell’Impero ormai spiazzato dall’espansionismo militare tedesco,che cercava di sobillare le nazionalità raccolte sotto gli Asburgo per farne propri sudditi.
L’Austria non aveva in quel momento alternative di alleanze se non di stare coi tedeschi. E l’entrare in guerra contro la Serbia per vendicare come proforma l’attentato di Sarajevo ne rappresentò poi anche la fine politica.Quella che i militari affermavano fosse una guerra rapida,per loro, iniziò il ’14 per finire nel ’18,il 4 di novembre.
Quando ci si mette per mare o per terra in un’avventura non c’è premessa che regga. Nessuno può adivinare il futuro. Devi rischiare in proporzione all’età e più procedi negli anni,meno te ne vorresti fare carico.
Ovvero a vent’anni pensi che le conseguenze siano lievi, ed infatti si mobilitarono l’Italia e l’Europa intera riempiendo le strade a favore dell’intervento,ma in conclusione ebbe ragione Cecco Beppe, che alla sua veneranda età (86 anni) aveva già conosciuto il sangue in battaglia, dopo aver partecipato personalmente a Solferino e pure il peso di ogni lutto familiare cadutogli sulle spalle.
Un fratello minore fucilato in Messico,Massimiliano,il figlio suicidatosi,Rodolfo,la moglie uccisa in un attentato,Sissi, come il nipote erede al trono, a Sarajevo, Francesco Ferdinando.
Quando il feretro si presentò ai cappuccini..dinanzi la cappella di famiglia,dopo aver bussato invano due volte…presentando l’Imperatore con tutti i suoi titoli..e la porta sempre chiusa..il cerimoniale prevedeva di annunciarlo… come un povero peccatore qualsiasi..e la porta si aprì.
I giovani morirono a milioni,ed i Paesi che esperienza ne trassero ?
Rivoluzioni,fame,miseria,scioperi,botte,omicidi,..e non dite che sono pessimista, che devo invece raccontare solo cose comiche che intrattengano, cercando di tenervi allegri,si sa tutto dei fatti andati,di quelli belli come di quelli brutti,ma non si vuole.. fermarsi a ricordare che le ricorrenze o certe almeno,dovrebbero restare festive per dar modo a tutti di pensare,di riposare,di staccarsi dagli stress quotidiani.
Un giorno di lavoro perso non è la morte di nessuno,al contrario,è un tonico per lavorare con maggiore serenità domani.
Saluti.