La valigia è quasi pronta (ovvero aperta, con dei mucchietti di roba sparsa alla rinfusa sul divano). Mi piace viaggiare leggero, tanto che ogni anno c'è il solito gioco di spernacchiamenti tra me e la mia compagna di viaggio, il cui bagaglio pesa abitualmente il doppio del mio.
Condizionato come sono da anni di pessime letture e di televisione deviante, stamani mi sono svegliato col più inutile dei dilemmi in testa: se il mio aereo precipitasse sull'isola di Lost, o anche su La terra dimenticata dal tempo, cosa avrei a disposizione nel mio bagaglio finché qualcuno non mi caverà d'impiccio? Vediamo un po'.
Vestiario assortito (magliette, canotte da spiaggia, due costumi da bagno, pantaloni perlopiù corti, calze);
Le fondamentali due T-Shirt: quella del Punisher e quella di Iron Man. La prima per spaventare gli eventuali selvaggi del posto (il teschio sul petto fa il suo effetto), la seconda per darmi un tono con gli altri naufraghi.
Un paio di scarpe, un paio di sandali, un paio di ciabatte. Con un 46 di piede non posso permettermi di portare altro. Comunque dubito che mi piacerebbe affrontare la foresta pluviale calzando delle ciabattine da mare.
Un cappellino dei Los Angeles Raiders, così se c'è in giro qualche fanatico terrorista islamico mi incula al volo, credendomi un diavolo americano.
Crema solare protezione 30 (sono una signorina delicata, lo so), indispensabile per prevenire ustioni mentre esploro l'isola.
Lo stretto indispensabile per l'igiene personale. Il tutto non durerà più di sette giorni, ma potrei utilizzare il deodorante spray per fabbricare un rudimentale lanciafiamme, e le lamette dei rasoi da barba per assemblare un'arma improvvisata.
Due libri: Darkness on the Edge of a town, di Brian Keene, e Melodia, di Daniele Bonfanti. Buone letture che durerebbero però solo una manciata di giorni. Dopodiché inizierò a impazzire.
Niente Ipad: troppo rischioso portarlo in una vacanza “da spiaggia”. In compenso avrò con me il fido Ipod Touch. Sul geniale aggeggino di casa Apple ho caricato circa duecento canzoni, undici film, una trentina di ebook, qualche gioco, le mappe di Londra, Genova, Bodrum e Creta, un traduttore universale e la dotazione standar a tutti i Touch (Google Maps, Safari etc etc). Praticamente sarà il mio micromondo di civiltà su quell'isola abbandonata dal Dio della tecnologia.
Trecento e qualcosa euro, una carta di credito, un bancomat e poco altro. Dubito che i soldi mi saranno di qualche utilità.
Due cellulari: un HTC Touch Viva dal software ballerino (a volte si accende, a volte no), con circa cento euro di credito; un Nokia 5530 praticamente nuovo, con cinquanta euro di credito e una marea di applicazioni di qualche utilità.
Una Moleskine per metà riempita di appunti, che fa molto scrittore, ma che in realtà mi trascino dietro da tipo quattro anni. Ah, e una penna, giusto per dare un senso all'agendina.
È evidente che mancano oggetti fondamentali per la sopravvivenza: un Remington 870 per dare la caccia ai cinghiali selvatici e per difendersi dagli indigeni antropofagi (e dai dinosauri!), un coltello Fox per ogni evenienza possibile e immaginabile, dei razzi di segnalazione e un Iridium satellitare in grado di inoltrare chiamate anche dal buco del culo di Satana.
Tuttavia dubito che la compagnia aerea con cui viaggerò mi permetterà di imbarcare questi oggetti basilari e indispensabili. Se non tornerò indietro, qualcuno le faccia causa.